Feltri incenerisce Gad Lerner che elogia la Cina: “Proprio tu con il tuo stile di vita…”
Vittorio Feltri contro Gad Lerner, non è la prima volta. L’editorialista del Fatto quotidiano aveva datto un panegirico del “modello cinese” in un articolo sul quotidiano di Marco Travaglio. Così, il direttore di Libero risponde per le rime, facendogli un liscio e busso in prima pagina. “Lerner è un giornalista noto e le sue capacità professionali sono fuori dubbio. Ma a volte i suoi articoli sono sorprendenti e contrastano con il suo stile di vita. Ha tessuto l’elogio del cosiddetto «modello cinese», che consiste in una dittatura comunista, ben lontano da qualsiasi pur pallido simulacro di democrazia. “Quella con la Cina è una guerra fredda che non ci conviene”, aveva scritto l’editorialista, ex Lotta Continua. L’ex firma di Repubblica ha elogiato Xi Jinping nell’articolo titolato «È così che vincerà il modello cinese». Sommario: «Il comunismo di Pechino ha tirato fuori dalla povertà 800 milioni di persone e ora viaggia al ritmo delle nazioni egemoni, non dimenticando (però) la redistribuzione».
Gad Lerner elogia il modello cinese. Feltri lo incenerisce
Argomenta, di contro, Feltri: “Secondo lui Xi, il despota di Pechino, fa benissimo a mettere il guinzaglio ai miliardari cinesi ai quali pure ha dato la licenza di arricchirsi. Non solo, auspica che in Italia si provveda presto a introdurre la mordacchia per i nostri capitalisti; allo scopo di ridistribuire la ricchezza anche al popolo”. Si chiede, Feltri, “come ciò potrebbe avvenire in Italia, attraverso quali meccanismi legislativi. Ma a me sta a cuore la questione di principio”.
Feltri a Lerner: Democrazia e tolleranza dove sono?
A Lerner – autore di una strncatura del libro della Meloni – ricorda un episodio: “Io in Cina ci sono stato nel 1988. Il regime aveva da poco allentato i lacci che bloccavano l’economia. Non esisteva nelle città un sistema fognario. La gente campava stipata in casermoni opachi occupando un paio di stanze in cui bivaccavano famiglie numerose. (…). Una volta mi recai in una specie di taverna scalcinata e ordinai un tè. Mi venne prontamente servito per pochi spiccioli. Nel frattempo entrò nel locale un vecchio che pure ordinò un tè. Ebbene il gestore gli preparò la bevanda utilizzando i fondi della mia. Non avevo mai visto nessuno al mondo bere un tè di seconda mano”. Certo, le cose sono ben diverse oggi che la Cina è in espansione economica e minaccia anche gli Usa. “Molti cinesi, non tutti, raggiunsero un minimo di benessere- riconosce Feltri – . Ma di democrazia e di tolleranza ancora non se ne parla. Il popolo seguita ad essere considerato carne da lavoro, se non da macello. E se Gad reputa ciò un modello invidiabile e quindi da imitare non siamo d’accordo”.
“Ti ricordi quando andavi in elicottero con Agnelli?”
“Preferiamo l’organizzazione occidentale, imperfetta, indubbiamente eppure di un altro livello, sicuramente più rispettoso dei cittadini”, scrive Feltri. Che – in cauda venenum– ritorna sull’osservazione iniziale: lo stridente contrasto tra lo stile di vita e gli articoli vergati sul Fatto. “Queste cose Lerner dovrebbe saperle visto che anni fa, non troppi, volava sull’elicottero insieme con Gianni Agnelli. Che non era indigente” ironizza il fondatore di Libero. Gli ricorda, ancora, come “più recentemente mi hanno segnalato la sua presenza sul barcone di Carlo De Benedetti. Perciò tu con i signori imbottiti di denaro avrai una certa dimestichezza – scrive brutalmente- e non dovresti augurare loro di essere fagocitati da un tiranno che brandisce la falce e martello”.
La “favola” del modello Xi Jinping
Ma c’è un ultima frecciata, quasi un Post Scriptum. “Non è vero che il comunismo di Pechino ha tirato fuori dalla povertà 800 milioni di persone, semmai è il contrario: ossia 800 milioni di uomini e donne hanno tirato fuori se stessi dalla disperazione; consentendo ai despoti rossi di conservare la poltrona senza essere votati”. Lerner aveva motivato la sua posizione con la scusante che «l’alleanza atlantica va disfacendosi». E poi, elogiato la redistribuzione della ricchezza aveva sostenuto che «chi vuole difendere i valori della democrazia farebbe bene a non aggirare lo scoglio della crescente ingiustizia sociale». La domanda da porre a Lerner è, a queto punto: quale democrazia?