C’è anche quello della Lega nel coro di “sì“ che alla Camera hanno dato disco verde al decreto sul Green pass. Il provvedimento, com’è noto, contiene le misure per fronteggiare l’emergenza Covid e per consentire l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche. Ma più sul merito della questione, gli occhi erano puntati sull’atteggiamento della Lega dopo che due giorni fa i suoi deputati avevano votato favorevolmente alcuni emendamenti presentati dagli alleati di FdI, oggi all’opposizione. Una decisione che aveva finito per risucchiare nelle polemiche anche Matteo Salvini, accusato di «inaffidabilità» dai suoi stessi partner di maggioranza. Ma più che le prevedibili polemiche esterne, è stato il “fuoco amico” a riportare il Capitano sulla strada dell’ortodossia draghiana.
Salvini l’ha annunciato in Calabria
Prova ne sia l’annuncio, improntato a grande soddisfazione, dato dallo stesso Salvini dalla piazza di Castrovillari in Calabria. «Se accolgono i nostri odg sui tamponi gratuiti – ha premesso -, sul no alla vaccinazione obbligatoria per tutti i lavoratori, sul no al green pass per i mezzi pubblici, e anche per la sanatoria delle cartelle esattoriali, allora voteremo a favore». Non proprio una richiesta impossibile, dal momento che da sempre circola in Parlamento e che vuole gli odg equiparati al famoso sigaro di Churchill. Praticamente, «non si negano a nessuno». Infatti, il bottino della Lega non è proprio esaltante. È vero che Salvini porta a casa i tamponi «a prezzo simbolico per i minorenni e le famiglie in difficoltà» o «l’esclusione di obblighi estesi e generalizzati per l’utilizzo dei mezzi pubblici».
E Draghi già vuole estenderlo
Ma si tratta di ordini del giorno. Uno strumento che vincola solo moralmente e non anche giuridicamente il governo che s’impegna a darvi seguito. Ma tant’è: la Lega aveva bisogno di uscire dall’angolo in cui si era ricacciata e quindi ora fa di necessità virtù. Una sensazione di scampato pericolo che arieggia nelle dichiarazioni di alcuni parlamentari. «Anche a questo – dicono – è servito il pressing realizzato con il voto a favore di alcuni emendamenti di Fratelli d’Italia». E persino nel tweet di un falco come Claudio Borghi: «Pare che la notte abbia portato consiglio a Palazzo Chigi…». Silenzio leghista anche sull’estensione del Green pass annunciato, secondo l’Adnkronos, da Draghi nel Consiglio dei ministri. Un’estensione che riguarderebbe personale esterno delle scuole, Rsa e università.