Il green pass, via libera alla Camera. Continuano i mal di pancia dei leghisti: la metà diserta il voto
La Camera ha approvato in prima lettura con 335 voti a favore, 51 contrari e tre astenuti, il ddl di conversione del decreto Green pass Scuola e Trasporti. Il decreto legge green pass bis contiene anche le misure relative alla riapertura di scuole e università “in presenza”, riservando l’eventuale “dad” solamente a singole istituzioni scolastiche e all’obbligo di certificazione verde sui mezzi di trasporto. Il provvedimento passa ora al Senato. E va convertito in legge entro il 5 ottobre.
Dl green pass, metà dei leghisti disertano il voto
Bassa la partecipazione al voto di Forza Italia: hanno votato in 46 su 73, il 56%. E anche oggi quasi la metà del gruppo della Lega alla Camera non ha partecipato al voto finale. Su 132 deputati, solo 69 deputati del Carroccio hanno partecipato alla votazione. Come si evince dai tabulati 51 gli assenti ingiustificati. Quelli giustificati perché in missione sono dodici. Questo ulteriore passaggio parlamentare conferma il malessere che il via libera al green pass sta provocando all’interno della Lega. «I parlamentari sono liberi di esserci o non esserci», dice Matteo Salvini in conferenza stampa. «Ognuno è libero di agire secondo coscienza, siamo in democrazia e non in un regime».
I numeri della fiducia
Già ieri alla Camera durante il voto di fiducia sul decreto Green pass erano stati solo 80 i leghisti favorevoli alla fiducia, ben 52 assenti di cui 41 ingiustificati. Conti alla mano il 40% dei leghisti non ha appoggiato la linea del governo. Il voto alla fine è passato con 413 sì, 48 no e un astenuto. Il voto è giunto al termine di una giornata in cui i malesseri interni al Carroccio si sono manifestati con l’addio dell’eurodeputata Francesca Donato che ha lasciato il partito in polemica con la linea governista del Carroccio. «Non potevo continuare ad ignorare il malessere mio e di tante donne e uomini del partito – ha detto Donato – davanti allo scempio delle scelte liberticide del governo Draghi». E ha spiegato di «aver preso atto che nonostante le resistenze di Matteo Salvini è prevalsa la linea di Giorgetti e dei governatori».