Il libro-inchiesta di Antonio Amorosi “Coop Connection” di nuovo a processo. Interrogazione di Mollicone

22 Set 2021 15:39 - di Paolo Lami

Finisce di nuovo di fronte alla magistratura la vicenda del libro-inchiesta “Coop Connection” scritto nel 2016 dal cronista bolognese Antonio Amorosi. Che oggi a Milano dovrà affrontare il processo d’appello con l’accusa di diffamazione aggravata del magistrato felsineo Antonello Gustapane. E il parlamentare di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone ha presentato un’interrogazione sulla vicenda al ministro della Giustizia e al presidente del Consiglio per sapere “quali iniziative intendano adottare al fine di ristabilire la legalità del processo in corso, anche inviando ispettori del ministero della Giustizia, e se non ritengano di adottare iniziative volte a contrastare i fenomeni descritti, citati da Amorosi”.

Nel 2016 Antonio Amorosi ha raccontato, con un documentatissimo libro-inchiesta, “Coop connection”, il ricchissimo business delle cooperative rosse, sugli incredibili vantaggi fiscali di cui gode questo moloch intoccabile da 151 miliardi di fatturato – l’8 per cento del Pil italiano – che ha penetrato in profondità l’economia dividendosi in mille rivoli – ricorda Mollicone – sui rapporti, strettissimi, che coltiva con la sinistra e, in particolare prima con il Pci, poi con il Pd, e, infine, sulle inchieste che hanno riguardato questo mondo autoreferenziale e che hanno dato luogo a sentenze giudiziarie piuttosto singolari”.

Antonio Amorosi, fra i migliori giornalisti investigativi italiani, collaboratore de La Verità, Affari italiani e Panorama, – ricorda il parlamentare di FdI al ministro della Giustizia e al presidente del Consiglio – dovrà affrontare il secondo round di una bizzarra vicenda giudiziaria, in sede penale e civile, scaturita dalla denuncia del magistrato, bolognese Antonello Gustapane, sentitosi diffamato, fra l’altro, perché il cronista, nel suo libro edito da Chiare Lettere, ha definito “sorprendente” una sua sentenza sulla pubblica amministrazione di Bologna”.

“Nel giugno 2019, al termine del processo di primo grado che si è svolto a Milano, il giudice ha riconosciuto, nelle note a piè di pagina della sentenza, che quanto raccontato nel libro da Amorosi è provato, – spiega Mollicone – ma, poi, lo ha condannato, per delitto pluriaggravato di diffamazione, a 10.000 euro di multa, al pagamento delle spese processuali e legali oltreché al pagamento del danno non patrimoniale in favore del magistrato Gustapane per 25.000 euro”.

“Due le vicende che hanno indotto Gustapane a querelare Amorosi – ricorda il deputato di Fratelli d’italia. – La prima riguarda le storiche feste dell’Unità che, da sempre,  si svolgono nella città felsinea e  vedeva coinvolti il primo cittadino di Bologna dell’epoca, Walter Vitali – uomo d’apparato, sindaco per conto del Pds dal 1995 al 1999, poi tre volte senatore dello stesso partito – e la sua giunta, con l’ipotesi di finanziamento illecito al proprio partito”.

“A Bologna dai tempi del Pci sino a quelli del Pd si organizzano le feste nazionali e locali dell’Unità nel più grande parco della città, il Parco Nord. Un’area – racconta Antonio Amorosi nel suo libro – data in affitto dal Comune, senza gara pubblica, alla modesta cifra di 37.000 euro l’anno”.

“Il partito si è finanziato per anni per milioni di euro con la festa dell’Unità – ricorda Amorosi. – Va considerato che, ancora ai tempi del libro (nel 2016, ndr), un gazebo di 16 metri quadrati arrivava a costare 25.000 euro. Novantasei metri quadrati occupati nella festa sfioravano i 100.000 euro. Un inserto pubblicitario costava tra i 10.000 e i 25.000 euro”;

Insomma un vero affarone quello delle feste dell’Unità soprattutto considerando che il Comune di Bologna concedeva quel parco gigantesco a pochi spiccioli di fronte a introiti da nababbi.

“Dopo molte indagini e dopo aver chiesto, nel 2002, il rinvio a giudizio degli indagati, sindaco, giunta e tecnici, Gustapane chiedeva, nel 2004 – ricostruisce Mollicone nell’atto ispettivo – l’archiviazione in sede processuale sulla base di una sopravvenuta sentenza della Corte dei Conti (quindi siamo in sede di possibili reati amministrativo-contabile e non penali), sentenza che avrebbe ritenuto il danno erariale non quantificabile e rinforzando la propria scelta con la decisione del nuovo sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca, di opposto orientamento politico, di non revocare la concessione del Parco per le Feste dell’Unità”.

Precisa Mollicone nella sua interrogazione: “In realtà nel libro, che definisce “sorprendente” la decisione di Gustapane – di qui la querela per diffamazione presentata dal magistrato – viene citata una successiva sentenza, sempre della Corte dei Conti, la quale chiarisce che il danno non era stato quantificato non perché inesistente, ma semplicemente perché non era stato possibile quantificarne l’ammontare”.

Tuttavia, osserva Mollicone nell’interrogazione, “nella sentenza che condanna Amorosi in grado il giudice scrive testualmente: “è stata poi acquisita prova appagante delle vicende riguardanti l’iter giudiziario-caratterizzato dalla diversa valutazione processuale fatta dal dottor Gustapane ad esito dell’Udienza Preliminare in merito alla prova della responsabilità penale del sindaco Vitali in ordine alla concessione del Parco Nord di Bologna al PCI-PdS-PD a canone irrisorio per lo svolgimento della Festa dell’Unità – avuto dalle denunce riguardanti la concessione del Parco Nord per le Feste dell’Unità, compreso quello in sede contabile”.

Dunque il giudice ammette che “è stata acquisita prova appagante delle vicende”, raccontate nel libro “Coop connection” e relative all’inchiesta condotta da Gustapane.

“La seconda vicenda che ha indotto Gustapane a querelare Amorosi riguarda – annota Mollicone – le numerose denunce presentate, per un’infinita serie di abusi, dal poliziotto Francesco Nicito, pluridecorato per operazioni contro la criminalita organizzata, nei confronti di una cooperativa edilizia, Edilcasa, composta di esponenti delle forze dell’Ordine e dell’Esercito, iscritta a Lega Coop.

La vicenda diviene anche oggetto di numerose interpellanze – circa una decina quelle parlamentari, di Stefano Morselli (An), Benedetto della Vedova e Enzo Raisi (Futuro e Libertà), Luigi Peruzzotti (Lega) – ma anche regionali e comunali.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *