Il Papa: «Il gender è un’ideologia pericolosa e diabolica. E non c’entra con la questione gay»
L’ideologia gender è «pericolosa», perché «è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente, a piacimento, se e quando essere uomo o donna». Papa Francesco è tornato sulla tema nel corso della discussione coi Gesuiti di Bratislava, avuta nel corso del recente viaggio apostolico in Slovacchia, durante la quale il Pontefice ha ribadito che «questo non ha nulla a che fare con la questione omosessuale» e che la Chiesa deve dimostrarsi accogliente con le persone gay.
L’ideologia gender «pericolosa» e «diabolica»
Il testo integrale della conversazione, che si è tenuta il 12 settembre, è stato pubblicato oggi dalla rivista dei gesuiti, La Civiltà cattolica. Vi si legge che, in risposta a uno dei presenti che citava l’ideologia gender tra le «diaboliche colonizzazioni ideologice» cui spesso fa riferimento il Pontefice, lo stesso Bergoglio ha chiarito che «l’ideologia ha sempre il fascino diabolico, come dici tu, perché non è incarnata». «In questo momento – ha proseguito il Papa – viviamo una civiltà delle ideologie, questo è vero. Dobbiamo smascherarle alle radici. La ideologia del gender di cui tu parli è pericolosa, sì. Così come io la intendo, lo è – ha spiegato papa Francesco – perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna. L’astrazione per me è sempre un problema».
Il Papa: «La questione gay è un’altra cosa»
«Questo – ha poi avvertito Francesco – non ha nulla a che fare con la questione omosessuale, però. Se c’è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell’incontro con Cristo. Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale». Dunque, il Papa, nella conversazione con i gesuiti di Bratislava, ha invitato ad abbandonare rigidità e atteggiamenti controproducenti, sia nei confronti delle coppie gay sia verso quelle risposate.
Le coppie di risposati «non sono condannate all’inferno»
«Penso al lavoro che è stato fatto, padre Spadaro (il direttore di La Civiltà cattolica, ndr) era presente al Sinodo sulla famiglia per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all’inferno. Ci dà paura accompagnare gente con diversità sessuale. Ci fanno paura gli incroci dei cammini di cui ci parlava Paolo VI. Questo è il male di questo momento. Cercare la strada nella rigidità e nel clericalismo, che sono due perversioni».
L’elogio della «libertà del Vangelo»
«Oggi – ha osservato Bergoglio – credo che il Signore chieda alla Compagnia di essere libera, con preghiera e discernimento. E un’epoca affascinante, di un fascino bello, fosse anche quello della croce: bello per portare avanti la libertà del Vangelo. La libertà! Questo tornare indietro lo potete vivere nella vostra comunità, nella vostra Provincia, nella Compagnia. Occorre stare attenti e vigilare. La mia non è una lode all’imprudenza, ma voglio segnalarvi che tornare indietro non è la strada giusta. Lo è, invece – ha concluso il Pontefice – andare avanti nel discernimento e nell’obbedienza».