In 10mila in piazza per Michetti. Meloni: «FdI non si fa mettere il bavaglio da nessuno» (video)
«Questa è una grande manifestazione». Già prima di salire sul palco di “L’Italia del riscatto”, la manifestazione di FdI a piazza del Popolo a sostegno di Enrico Michetti, Giorgia Meloni, non ha nascosto la soddisfazione per un evento che rappresentava una sfida e che è stato una sfida vinta. «Grazie per questa piazza stupenda», ha detto poi la leader di FdI dal palco, ricordando le «difficoltà, le restrizioni, le paure» del momento.
In 10mila rispondono alla chiamata di FdI per Michetti
Alla chiamata di FdI hanno risposto in 10mila. «Forse siamo rimasti gli unici ad organizzare manifestazioni di questa portata, sempre rispettando le regole e il protocollo previsto dalla pandemia. Crediamo che la politica si faccia ancora così», ha sottolineato Meloni, ricordando che FdI non si fa «mettere il bavaglio» dalla sinistra che la vorrebbe silente e fuori dalle piazze.
In piazza l’orgoglio di essere di FdI
Giovanni Donzelli, il responsabile organizzazione del partito, dopo gli interventi dei governatori delle Marche e dell’Abruzzo, Francesco Acquaroli e Marco Marsilio, e di Enrico Michetti, ha presentato Meloni come la leader di FdI, dell’Ecr e «presto speriamo la leader al governo della Nazione». Un’affermazione accolta con un boato dalla piazza, popolata di persone che con la loro presenza hanno confermato l’orgoglio di essere di FdI: «Se tanta gente viene in piazza a sventolare una bandiera, è perché oggi può dire di sentirsi fiera di essere di FdI», ha detto Meloni, ripercorrendo la crescita di FdI che «fa venire i brividi» e che è frutto dell’impegno e della coerenza di un partito che «non ha paura di dire la verità». A partire dai temi della pandemia.
Meloni: «Non smetteremo mai di chiedere risposte»
Meloni ha portato innumerevoli esempi: dalla scuola ai trasporti pubblici, dai tamponi al Green pass, dalle cure domiciliari ai «troppi scandali che hanno trasformato il Covid in un enorme affare per i soliti circuiti della sinistra». Una serie di errori e omissioni che si riassumo nel fatto che oggi ci ritroviamo con «uno Stato incapace che scarica sui cittadini i problemi perché non è in grado di risolverli». Fra i nodi da affrontare restano la riforma della magistratura, la questione produttiva, la difesa del nostro interesse nazionale. «FdI non smetterà mai di dirlo, di chiedere risposte», ha avvertito Meloni, ricordando che il «Green pass è l’arma di distrazione di massa sulle molte cose non fatte per mettere in sicurezza l’Italia».
Salvare il tessuto produttivo di Roma e dell’Italia
La priorità per l’Italia e per Roma è «salvare il tessuto produttivo», «dare risposte alle categorie che sono state massacrate dalla crisi» e finite nelle illogicità di uno Stato che se vuoi lavorare non te lo fa fare, ma se vuoi stare a casa ti dà «la paghetta» per farlo. «È una vergogna», ha detto ancora Meloni scagliandosi nuovamente con forza contro il Reddito di cittadinanza, che ha di nuovo definito «metadone», ricevendo l’applauso della piazza, replicato anche quando ha citato il ministro Lamorgese, ricordando la petizione a sostegno della mozione per la sfiducia.
«Questa è Roma»: la destra lo sa, gli altri…
«A noi manca la capacità di mettere chi vuole fare impresa in condizione di farlo. La forza del marchio che vale per l’Italia è ancora più vera per Roma», ha detto Meloni, ricordando che lo slogan della sua candidatura 5 anni fa era «Questa è Roma». «È la città eterna, capitale d’Italia, del cristianesimo, del mediterraneo della civiltà europea. Roma è la Capitale, ma è anche un capitale per l’Italia intera. Dovrebbe essere ricca, ammirata, fiore all’occhiello d’Italia. Invece è stata violentata, saccheggiata, poi dimenticata e oggi derisa da tutti suoi competitor stranieri. Sono mancate amministrazioni efficienti, ma molto – ha avvertito Meloni – è dovuto alla lunga mancanza di una scelta strategica dello Stato italiano: riconoscere a Roma status e risorse sua specificità richiedevano. L’investimento su Roma è l’investimento sulla Nazione».
«La sinistra conosce benissimo Michetti, per questo ne ha paura»
Complici di questa miopia sono stati anche coloro che oggi chiedono di guidare la città, Virginia Raggi e il M5S e l’allora ministro Roberto Gualtieri e il Pd. «Noi – ha sottolineato Meloni parlando di Michetti – non abbiamo scelto un buon candidato, noi abbiamo scelto un buon sindaco». È poco conosciuto? «È molto più facile far conoscere una persona capace che rendere capace una persona conosciuta», ha avvertito la leader di FdI, sottolineando che la campagna di denigrazione nei confronti del candidato del centrodestra è dovuta proprio al fatto che gli avversari Michetti lo conoscono benissimo. «È Cavaliere al merito. Sapete chi lo ha proposto?», ha domandato Meloni, fornendo poi la risposta: «Lo ha proposto Paolo Gentiloni. La sinistra lo conosce molto bene, per questo lo attacca».
Michetti: «Se torna Roma non ce n’è più per nessuno»
«I romani – ha detto Meloni – dovrebbero votare Michetti perché a Roma serve una visione, ma anche la capacità di realizzarla. È una macchina complessa che se non la fai guidare da chi la sa far marciare, non vai da nessuna parte». Michetti ha chiarito che «quando mi sono candidato con il centrodestra ho capito cosa significasse: noi siamo gente per bene che rispetta la costituzione, il popolo, la famiglia, la patria». «Roma ha bisogno di essere rilanciata. Se ci consentono di poter cambiare, trasformeremo la Capitale. Se Roma torna ad essere Roma non ce n’è più per nessuno», ha proseguito il candidato sindaco.
L’appello di Meloni: «Stavolta fidatevi di noi»
«Questa volta fidatevi di noi, della coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. E ricordatevi che se vi hanno tradito una volta, ci sono ottime possibilità che lo facciano ancora», è stato l’appello finale di Meloni ai romani, ricordando che «voi dovete votare pensando al meglio per la città. Quello che possiamo fare noi è fare di tutto per essere il meglio che si possa scegliere. Con i fatti, non con le parole».