La rivelazione degli astrofisici: “Entro dieci anni sarà scoperto un altro pianeta come la Terra”

8 Set 2021 13:17 - di Robert Perdicchi

Da qui a circa 10 anni” potremmo “avere scoperto un pianeta simile alla Terra, o molti altri” realizzando “un avanzamento enorme della nostra conoscenza”. E’ l’orizzonte tracciato dal presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Marco Tavani, introducendo oggi all’Inaf la conferenza del premio Nobel per la fisica 2019 Michel Mayor che ha incontrato la stampa italiana per parlare di esopianeti, della scoperta del cosmo oltre il nostro Sistema solare e della sfida globale sui cambiamenti climatici.

“L’Italia, insieme ai nostri partner europei, vuole giocare un ruolo di punta” nel cercare di “caratterizzare i pianeti simili alla Terra che saranno scoperti nei prossimi anni” e “soprattutto nel cercare delle tracce di elementi biologici nell’atmosfera di questi pianeti” ha evidenziato Tavani sottolineando il ruolo del nostro Paese “nel grande telescopio Elt-Extremely Large Telescope sulle Ande” dallo specchio di “39 metri: il più grande in assoluto” e “in cui l’Europa é molto impegnata”.

La ricerca della vita su un altri pianeti negli obiettivi degli astrofisici

L’obiettivo di una presenza avanzata dell’Italia sarà “soprattutto nell’individuare tracce di elementi biologici simili a quelli presenti sul nostro pianeta da qui a circa 10 anni”, dicono gli astrofisici, come ha aggiunto Tavani, “facciamo una scommessa: fra 10 anni avremo individuato pianeti simili alla Terra”. Nell’ottobre del 1995, l’astrofisico svizzero Michel Mayor e il collega Didier Queloz annunciarono la prima scoperta di un esopianeta in orbita attorno a una stella di tipo solare: il pianeta 51 Pegasi b, un oggetto gassoso paragonabile a Giove. La scoperta ha dato il via a una rivoluzione ancora in corso: la caccia agli esopianeti e nella Via Lattea ne sono stati scoperti oltre 5000. Grazie a questa scoperta Michel Mayor ha ottenuto il premio Nobel per la fisica nel 2019.La visita romana di Mayor è stata organizzata e promossa dal team italiano di Net-Notte Europea dei Ricercatori, che quest’anno si terrà il 24 settembre. Al progetto europeo Net aderiscono nell’area romana il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (Enea), l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il Cineca, le Università degli Studi Sapienza e Tor Vergata di Roma, l’Università Telematica Internazionale UniNettuno e l’Università degli studi della Tuscia.

“Con la tecnologia prima o poi sapremo tutto”

“E’ solo una questione “di tecnologia” trovare tracce di vita su altri pianeti. A chiarirlo è stato il Nobel per la fisica 2019 Michel Mayor rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di un evento promosso a Roma dall’Inaf e dalla Sapienza. “Il Sole è 1 miliardo di volte più luminoso della Terra, questo significa che un pianeta é offuscato dal Sole e servono quindi sempre più strumenti scientifici per scoprire tracce di vita” ha spiegato Mayor.

“Oggi sono stati rilevati e caratterizzati più di 5.000 pianeti extrasolari. Queste scoperte ci hanno rivelato la sorprendente diversità dei sistemi planetari: molti pianeti simili alla nostra Terra, sì, ma anche pianeti con periodi orbitali di poche ore, pianeti oceanici o pianeti come fornaci di lava”., ha aggiunto Michel Mayor. “Le missioni spaziali Kepler e Tess -ha sottolineato Mayor- hanno permesso la scoperta di migliaia di sistemi planetari e quindi la determinazione del loro diametro”.

Mayor ha spiegato che “lo studio della diversità delle strutture degli esopianeti richiede anche la conoscenza della massa di questi pianeti. Lo spettrografo ad altissima sensibilità (Harps) sul telescopio italiano Galileo, installato sull’isola di La Palma nelle Isole Canarie, contribuisce in modo notevole allo studio di pianeti di piccola massa, simili nella struttura a quella della nostra Terra. Una superba collaborazione scientifica internazionale”, ha detto a nome di tutti gli astrofisici.

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