Lega, le liti tra Giorgetti e Salvini ridanno fiato a Letta: «Nelle scelte di governo Matteo non conta»

20 Set 2021 15:51 - di Michele Pezza
Salvini

«Il Green pass è libertà». Se invece di pronunciare queste parole Giancarlo Giorgetti gli avesse assestato un calcio negli stinchi avrebbe probabilmente fatto meno male al suo leader Matteo Salvini. Incidenti che scandiscono ormai la vita della Lega di lotta e di governo. E mentre quest’ultima, incarnata proprio da Giorgetti, viaggia tranquillamente nel solco della rotta tracciata da Mario Draghi sospinta dal plauso più o meno generale, quella di lotta annaspa tra annunci roboanti puntualmente seguiti da precipitose retromarce. Apposta Enrico Letta, persino lui costretto a nascondere il simbolo del Pd per non inciampare nelle suppletive del collegio di Siena, è tornato a sorridere.

Il segretario dem: «Salvini irrilevante»

E a fare lo spavaldo: «Nelle scelte di governo – ha sentenziato nel corso di un comizioSalvini è irrilevante». Peggiore offesa, politicamente parlando, non avrebbe potuto profferire. Il diretto interessato non si ferma a polemizzare. Tenta piuttosto di ridarsi un ruolo dopo che le recenti mosse del premier lo hanno molto indebolito. Ma lo schema che lo vedeva a Palazzo Chigi per il faccia a faccia con Draghi ogni qualvolta davanti al governo si parava un insidioso tornante, non esiste più. Al suo posto c’è semmai un tono recriminatorio, a tratti persino rassegnato.

Il leader leghista: «Le tasse non aumenteranno»

Questo, almeno, è quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate a margine del suo comizio a Caorle, in provincia di Venezia. Il tema, questa volta, è quello della possibile stangata sulla casa che potrebbe innescare l’annunciata riforma del catasto. «Draghi – ha ricordato – aveva preso con me l’impegno a non far crescere neanche una tassa, qualcuno invece c’è che pensa ad aumentare l’Imu». Non un attacco al premier, ma un’allusione al Pd quale partito sanguisuga. Ma Salvini ne ha anche per il M5S, cui imputa invece l’adozione del reddito di cittadinanza. «Il RdC – dice, infatti – costa oggi 8 miliardi, si stanno regalando soldi… migliaia di immigrati lo stanno prendendo, poi tornano nel loro Paese e ci campano una famiglia».

 

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