Meloni a Bologna: «Nessuna partita è persa quando si combatte». E la piazza esulta (video e fotogallery)
«Nessuna partita è persa quando si decide di combattere: credeteci, tutto può cambiare, non c’è nessun potere forte quanto il popolo». Giorgia Meloni surriscalda la piazza di Bologna – noto avamposto della sinistra militante – dove oggi, invece, una folla di persone è accorsa per ascoltare il suo comizio in sostegno del candidato di centrodestra, Fabio Battistini. E dove, dall’inizio alla fine, i bolognesi si sono lanciati in applausi fragorosi che hanno sottolineato l’accordo con quanto detto e argomentato sul palco dalla leader di Fratelli d’Italia. Appalusi a scena aperta, che hanno coperto lo sventolio delle bandiere tricolore che riempivano lo spazio dedicato al comizio, gremito di persone. Battistini, chiamato da Giorgia Meloni sale sul palco, e ringrazia. E a stretto giro rimarca: «Mi fa molto piacere l’appoggio di Giorgia Meloni».
Meloni conquista la piazza di Bologna
Dunque, con la grinta che sempre contraddistingue i suoi interventi. E con la forza delle argomentazioni politiche, frecce al suo arco scagliate in direzione del governo e della sinistra di lotta e di governo, Giorgia Meloni affronta la piazza di una città presidiata a lungo da sinistra militante e centri sociali. Con la coerenza e la disponibilità di chi – come rileva Galeazzo Bignami presentando la leader di Fdi sul palco – «ha sempre detto che con il Pd e il M5S non si sarebbe mai seduta accanto in un tavolo di governo. E che quella promessa, come sempre, l’ha mantenuta».
Meloni, il Covid è stata una «grande mangiatoia della sinistra. Dov’è la magistratura»?
E l’ha ribadita ancora oggi. Parlando dalla piazza di Bologna. Dove, dalla gestione di governo dell’emergenza Covid (a partire dai monopattini e dalla lotteria degli scontrini varati da Conte. Fino ai banchi con le rotelle della Azzolina: su cui la Meloni ha polemicamente ironizzato). Passando per la vexata quaestio No vax. Fino ai disastri delle toppe messe dall’esecutivo Draghi che è seguito al Conte bis, la Meloni ha affrontato i temi della campagna elettorale agli sgoccioli per le amministrative in vista. Sottolineando la forza e la coerenza di un partito come Fratelli d’Italia che, a prescindere dalla sfida in corso, crede sempre nella coerenza. Nel «vincolo di rappresentanza che dovrebbe regolare una democrazia parlamentare in nome del rapporto tra chi rappresenta e chi è rappresentato. Del dovere di avere la capacità di mantenere le promesse degli obiettivi fissati. La forza di preservare quegli obiettivi. Che è poi l’essenza stessa di una democrazia che ha rispetto dei cittadini».
Giorgia Meloni a Bologna sferza Pd e M5s
Presupposti che, afferma sicura la Meloni, oggi consentono a un elettore di Fdi di potersi dire orgogliosamente membro della famiglia di questo partito. Un partito che ha scelto di essere sempre coerente. Pensate, aggiunge subito ironicamente la Meloni: «Chi invece si ritrova a dover dire “Io sono del M5S”. Coerente solo nel tradire il 100% delle promesse che aveva fatto»… E non che per il Pd vada meglio. Su Enrico Letta, candidato per il parlamento nel collegio di Siena del resto, non può non evidenziare quanto meno il controsenso. La stranezza e il significato oscuro di un «presidente del Partito democratico che si vergogna del Pd. E si presenta alle urne senza il simbolo del partito» che dirige e rappresenta. Per forza, commenta ironica e indignata Giorgia Meloni: «Capisco la vergogna, particolarmente a Siena. Dove si deve spiegare ai cittadini che la sinistra ha preso una banca che si chiamava Monte dei Paschi di Siena, e ci ha fatto il bancomat del partito per qualche decennio. Poi, quando l’istituto è fallito ha scaricato il costo sulle casse dello Stato italiano e sui risparmiatori che non si potevano difendere»…
«Gli italiani in crisi e Letta gli parla di Ius soli, patrimoniale, Ddl Zan»…
Ma, prosegue la Meloni senza tregua: «Lo capisco anche fuori di Siena. Perché, parliamoci chiaro: dopo anni passati a interpretare il ruolo della forza politica che stava al fianco dei più deboli, e oggi si ritrova a fare la majorette dei poteri forti. Con delle proposte surreali che, mentre un elettore dei tanti in crisi, che si ritrova a fallire a chiudere la sua attività. Ad affrontare la crisi, si ritrova un Enrico Letta che gli parla di Ius soli. Di patrimoniale. Tassa di successione. Ddl Zan. E di voto ai 16enni. Ma neanche i Visitors avrebbero un programma meno attinenti ai problemi della genta normale»…
Il Covid ridotto a «una grande mangiatoia per i grandi circuiti della sinistra»
E a proposito di realtà a dir poco surreali, la presidente di Fdi parla anche di Covid: ridotto a «una grande mangiatoia per i grandi circuiti della sinistra». Riguardo al quale, si chiede con veemenza la Meloni sul palco bolognese: «Dov’è la magistratura? Stiamo lì ad occuparci ancora di Berlusconi»… E ancora: dalla gestione dell’emergenza sanitaria ai No vax. Un tema che tante polemiche ha suscitato e continua a sollevare, rispetto al quale la presidente di Fratelli d’Italia, respingendo al mittente le accuse strumentali mosse dagli avversari al suo indirizzo. E ribadendo la sua contrarietà al Green pass, dichiara: «I veri no vax stanno al Governo con tutto il casino che hanno fatto. Sono favorevolissima alla campagna vaccinale, ma faccio domande di buon senso». Domande di buon senso a cui oggi, dal palco di Bologna, Giorgia Meloni ha fornito, a tutto campo, le risposte di Fratelli d’Italia. Corenti. Esaurienti. Coraggiose.
In basso, nella fotogallery, alcuni dei momenti del comizio di Giorgia Meloni a Bologna
Video dalla pagina Facebook di Giorgia Meloni