«Mia figlia ha 5 anni, non penso che la farò vaccinare». Sui bambini la Meloni raccomanda prudenza
L’annuncio arriva da Napoli, dove Giorgia Meloni è in tour elettorale e dove Fratelli d’Italia sostiene l’ex-pm anticamorra Catello Maresca. Ma le sue parole non hanno nulla a che fare con le dinamiche politiche in corso sotto il Vesuvio. Tutt’altro: riguardano infatti la piccola Ginevra, sua figlia. «Ha 5 anni e non penso che la farò vaccinare», dice la leader di FdI. Quasi una replica all’annuncio congiunto di Pfizer e BioNtech circa l’imminente arrivo del vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Una sorpresa anche per un alfiere dell’iniezione come Roberto Burioni: «Test su troppi pochi casi», ha rilevato il virologo dalle colonne del Fatto Quotidiano.
La Meloni: «Valutare il rapporto rischi-benefici»
Un invito alla cautela che riecheggia anche nel ragionamento della Meloni. «Una cosa su cui bisogna essere estremamente prudenti», dice infatti la presidente di FdI non senza aver prima ricordato che tra i primi ad aver «fatto vaccinare» c’era la madre. Non sarà ora così con la figlia. «Sappiamo – ha ricordato la Meloni – che nei bambini molto piccoli l’impatto del Covid difficilmente produce rischi importanti. E sappiamo anche che i vaccini, con tutta la sicurezza che possono avere, hanno l’autorizzazione condizionata perché le sperimentazioni sono state fatte in tempo molto rapidi, perché giustamente servivano. Da noi diventa tutto un’ideologia. Ma le medicine e i vaccini sono strumenti e quando li usi per decidere devi valutare rapporto rischio-beneficio».
Sul Quirinale: «Il centrodestra non starà a guardare»
Chiuso il capitolo sanitario, la leader della destra ha affrontato anche i temi dell’agenda politica, Quirinale compreso. Ne ha parlato nel corso della sua tappa a Caserta, auspicando «un ruolo» del centrodestra in questa tornata. «Può e deve giocarlo», ha spronato. L’obiettivo, ha precisato, non è eleggere «un presidente della Repubblica di centrodestra, che sta lì per favorire il centrodestra». Un presidente incatenato a quello che gli dice il partito, «è una roba di sinistra». «Io voglio un presidente che sta lì a fare l’arbitro». L’ultima riflessione riguarda la disoccupazione nel Sud. «La soluzione – argomenta la Meloni – non è il clientelismo della sinistra, né il reddito di cittadinanza dei 5Stelle. Questi sono territori che potrebbero attrarre tanti investimenti. Noi abbiamo il marchio, siamo il primo marchio nazionale, terzo marchio nel mondo. Sui prodotti, sulla qualità non ci batte nessuno».