Michetti: «La priorità è rimettere in moto la macchina amministrativa. Temo solo l’astensionismo»
«Il programma elettorale non è ancora pubblicato, ma c’è. Abbiamo pubblicato una sintesi. Nella nostra coalizione ci sono sei partiti, abbiamo dovuto lavorare su ogni punto. Ma domani il programma verrà pubblicato. Mettere in sesto la macchina amministrativa, pianificare lo smaltimento dei rifiuti, lavorare su trasporti e sicurezza. Questi i nostri temi fondamentali. I cittadini chiedono lavoro, chiedono un rilancio. Roma non è che è amministrata male, non è amministrata affatto. La sindaca Raggi poteva fare di più. Chi non conosce la macchina amministrativa è difficile che riesca a muoverla e governarla». Lo ha affermato Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra per le amministrative a Roma, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital. Poi ha spiegato la sua assenza a Ostia, dove era previsto un incontro insieme a Giorgia Meloni. «Non ero presente a Ostia con Giorgia Meloni perché avevo già un altro impegno, ho un’agenda fitta e gli spostamenti a Roma non sono semplici».
Michetti: «Temo solo l’astensionismo»
Poi intervendo su Skytg24 sottolinea: «Chi temo di più al ballottaggio? Temo soltanto l’astensionismo, perché vuol dire che non siamo riusciti a dare un buon messaggio e un buon programma e a convincere il cittadino circa la proposta che abbiamo in animo di realizzare». Interpellato sul motivo per cui ha lasciato in anticipo entrambi i confronti con i principali sfidanti per il Campidoglio spiega: «Nella prima occasione erano partiti gli insulti, io invece credo ci sia bisogno di collaborazione. Nella seconda ero lì ma ancora non ero stato invitato a parlare, avevo un altro appuntamento, ho detto torno dopo e mi hanno risposto che era tardi. Ho mandato comunque un video».
«Priorità rimettere in moto la macchina amministrativa»
E infine: la priorità per Roma “è la macchina amministrativa”. «Perché – ha aggiunto – la visione si traduce all’interno di quella che è poi la potestà più importante di un sindaco, la potestà regolamentare. Noi abbiamo 174 regolamenti ogni regolamento disciplina un ambito, se andiamo a vedere quei regolamenti abbiamo delle stratificazioni di norme, norme contraddittorie, vetuste, questo rallenta il processo perché chi le deve attuare non sa che pesci prendere e quindi si ferma. Quindi se tu chiedi un permesso, un nulla osta, un parere, non ce l’hai. Quando una amministrazione è ferma, si ferma il Paese, si ferma quella città, si ferma tutto. Prima del “coraggio di firma” bisogna asciugare i regolamenti, renderli semplici, dopo di che l’unità organizzativa che deve attuare quel provvedimento deve essere capiente in termini di risorse umane che devono essere adeguatamente formate».