Milano, immigrati si impadroniscono di un parco: bivacchi, urina e furti. Residenti inferociti
Milano città sempre più invivibile. In un quartiere gli immigrati si sono impadroniti di un giardino pubblico trasformandolo in “dormitoio a cielo aperto”. Nella zona ora si vedono capannelli di immigrati che bivaccano, urinano e a volte fanno anche qualche furto. I residenti di via Bernardino Zendrini, in zona Primaticcio, non nascondono le loro preoccupazioni e si sono riuniti in un comitato spontaneo. Ieri sono sono scesi in strada per chiedere «il ritorno a una situazione di decoro» e hanno incontrato l’assessore al Welfare Gabriele Rabaiotti.
Milano, il centro per minori stranieri non accompagnati
A raccontare il caso è il Corriere della Sera. Nella zona dal 2019 c’è un centro per minori stranieri non accompagnati. «Dalla fine del mese di luglio lo spazio adiacente la cascina Basciana di via Zendrini 15 è stato preso come dormitorio da ragazzi minorenni immigrati che attendono di essere collocati dagli organi comunali presso sedi che li possano ospitare», spiegano gli abitanti al quotidiano milanese. Il centro di prima accoglienza è nato con lo scopo di riunire “tutti i servizi” dedicati ai minori stranieri in un unico centro. In sostanza, qualsiasi minorenne straniero prima di essere ricollocato in un’altra comunità passa per via Zendrini per essere registrato. La struttura al suo interno comprende anche dodici posti letto.
La protesta dei cittadini
I cittadini ci tengono a precisare: «Non siamo per la chiusura del centro ma la situazione attuale non si era mai verificata prima… Ora stanno qui una notte intera, anche 35 persone. È degradante anche per loro. Al mattino si sentono dire “non c’è posto” e si fermano a bivaccare in un posto pensato per bambini e anziani, a volte sfogano la loro rabbia con qualche danneggiamento, purtroppo dobbiamo registrare anche qualche piccolo furto». E poi dicono ancora al quotidiano: «… Nonostante le tante segnalazioni la situazione non è cambiata e i disagi, purtroppo, stanno aumentando. Chiediamo decoro per la tutela dei nostri figli».