Musei aperti al 100 per cento, discoteche no: lo schiaffo in faccia della sinistra ai giovani
I musei aperti al 100 per cento, le discoteche no. È punitivo verso i giovani e verso i titolari dei locali da ballo l’ultimo parere senza senso del cosiddetto Comitato tecnico-scientifico prereso dai partiti illiberali di sinistra. Che cercano sempre di strizzare l’occhio ai giovani ma, poi, quando arriva il momento, voltano loro le spalle, come hanno sempre fatto, d’altra parte, prendendoli a schiaffi.
Esulta il direttore della Galleria degli Uffizi: “Accoglieremo con gradimento questa decisione, che ci avvicinerà di un altro passo verso la normalità – dice Eike Schmidt all’Adnkronos. – Del resto, già in tempo di piena pandemia, quasi un anno fa, uno studio dell’Università politecnica di Berlino aveva comprovato che musei, teatri e cinema sono i luoghi pubblici a minor rischio di contagio“.
“E’ una decisione positiva anche perché rimane in vigore tutta una serie di misure che aiutano ad aumentare molto la sicurezza – si entusiasma Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. – Abbiamo i nostri percorsi, abbiamo il green pass. A Pompei c’è anche la possibilità, all’ingresso degli scavi, di fare i tamponi gratuitamente per chi ancora non ha il certificato verde grazie ad una collaborazione con il Comune e la Regione e con delle aziende del territorio che contribuiscono a questa attività. Penso dunque che nei musei e nei parchi archeologici ci sia la sicurezza, andiamo avanti e vedo tutto in modo positivo”.
“È un buon segnale, è la conferma che tutte le misure adottate finora – anche grazie all’impegno profuso dal personale dei musei – hanno portato effetti positivi – aggiunge, parlando con l’Adnkronos, Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello di Firenze. – Ma aspettiamo le indicazioni dal Ministero della Cultura“.
Ora “mancano i locali per giovani, le balere, le discoteche, che possono e devono riaprire come tutti. Se possono andare stasera 4mila persone allo stadio perché non possono andare 400 ragazzi a divertirsi?”, si interroga il leader della Lega, Matteo Salvini. – Alla fine poi ci sono le feste abusive. Poi se uno prende la metro ci sono migliaia di persone che vanno al lavoro nello stesso treno“.
Scandalizzata dall’ultima follia del Cts, Simona Martiradonna, uno dei titolari dello Sharivari, storica discoteca storica al centro di Roma, e portavoce di Assointrattenimento, sigla che raggruppare quasi 1000 gestori di discoteche in Italia, parla di “scelta scellerata che penalizza i nostri giovani, spostandoli in tutti i luoghi abusivi dove ogni sera si balla e dove non ci sono i sistemi di sicurezza da noi pretesi”.
“Hanno riaperto gli stadi dove 30.000 tifosi possono urlare e abbracciarsi senza mascherine nè distanziamento, producendo fiumi di droplet, – accusa la portavoce di Assointrattenimento . – Nelle piazze elettorali abbiamo visto qualche migliaio di persone accalcate senza protezioni, sui mezzi pubblici non sono stati applicati nè protocolli ne controlli delle capienze e men che meno gli autobus sono mai stati sanificati. Franceschini si è permesso di definire le discoteche “ luoghi per antonomasia del contagio”, quindi non solo discriminati senza sussidi ma anche diffamati senza alcuna prova o evidenza scientifica”.