Nadef, Draghi fa l’ottimista sul Pil. Meloni: «Ma sulla stangata del catasto s’è allineato al Pd»
«La stima di crescita del Pil è al rialzo: tutti i previsori la danno al 6 per cento». Pur compassato come sempre, era difficile non cogliere la soddisfazione sul volto di Draghi mentre in conferenza stampa sciorinava i dati della Nadef, la Nota di aggiornamento al Def. In aprile, come sottolineerà anche il ministro dell’Economia Daniele Franco, quello stesso documento fissava il rimbalzo del Pil intorno al 4 per cento. «L’ingrediente di questa crescita – ha spiegato il premier – è il vaccino». Draghi lo intende soprattutto come Green pass, lo strumento che ha consentito il ritorno alla normalità del lavoro. «La sfida – ha aggiunto – è rendere ora questa crescita equa, duratura e strutturale, a livelli dei tassi di crescita più alto dei quelli precedenti alla pandemia che erano molto».
Draghi: «L’ingrediente di questa crescita è il vaccino»
Tanto più che la crescita del Pil, sempre parole di Draghi, è il modo più diretto per far calare il debito pubblico. Infatti, anche su questo versante l’ex-presidente della Bce ha ostentato ottimismo, pur definendo «lieve» la discesa attuale (dal 155,6 del 2020 al 153,5 di quest’anno e con tendenza ancora al ribasso). «Ora c’è fiducia nell’Italia, fra gli italiani e nel resto del mondo nei confronti dell’Italia», ha sottolineato il premier. E a conferma delle sue parole, ha snocciolato le cifre sugli investimenti: si va dal più 15 per cento di quest’anno a oltre il 6 per il il prossimo. Nel 2020 il calo era stato del 9,2. «Un rimbalzo – fatto notare Draghi – che recupera quanto perso lo scorso anno e anche più». Insomma, ha concluso, «il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere».
Tassa sulla casa, anche Confedilizia sul piede di guerra
Concetto ribadito subito dopo anche da Franco, che lo ha dedotto dal calo del deficit dall’11,8 al 9,4 per cento. «È l’effetto – ha spiegato – dell’andamento dell’economia migliore delle attese». Così come «dell’andamento di varie entrate fiscali e contributive e del fatto che alcune spese sono risultate migliori dell’atteso». Ovviamente, dietro rimbalzi e fiducia c’è la provvista finanziaria del Pnrr. Molto, quindi, dipenderà da quel che si accinge a sfornare il governo. Draghi ha assicurato «manovre espansive» per i prossimi due anni. In tal senso, viaggeranno su corsie preferenziali quelle misure «non indifferenti al tema della crescita». Ma dove il premier s’impantana è sulla riforma del catasto. «Questo governo – annuncia – vuole fare una operazione di trasparenza. Si arriva a determinare quelle che sono le rendite catastali attuali e si impegna a non cambiare assolutamente il carico fiscale del catasto. Nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno». E allora a che cosa servirebbe? Nel frattempo, Giorgia Meloni alza la voce: «Il premier si è allineato al Pd». Anche Confedilizia è sul piede di guerra: «La casa – avverte – non si tocca».