Napoli, sondaggio fa tremare la sinistra: lo stop alle liste di Maresca favorisce Bassolino
Sarebbe il classico coup de théâtre. E dove, se non in quella Napoli che è essa stessa un ineguagliabile set per ogni tipo di spettacolo? Già, solo a Napoli può succedere che amputino ben quattro liste (su 12) a Catello Maresca, candidato del centrodestra, ma che a gridare per il dolore sia Gaetano Manfredi, suo dirimpettaio di centrosinistra. La spiegazione è tutta nelle complicate alchimie elettorali capaci di combinare l’incombinabile sotto il Vesuvio. Secondo il sondaggista Antonio Noto, la scure del Tar sulle liste a sostegno di Maresca, tra cui la leghista Prima Napoli, potrebbe costare alla coalizione tra il 10 e il 12 per cento.
L’ex-sindaco è dato al 17%
Consensi in libera uscita, capaci tuttavia di trasformarsi – secondo Noto – in prezioso carburante per Antonio Bassolino, dato al 17 per cento con tendenza al rialzo. E qui a Manfredi vengono i sudori freddi perché un derby a sinistra contro l’ex-sindaco ed ex-governatore lui non l’aveva messo proprio in conto. Lo considera da tripla, e fa bene perché, tra i due, il popolo del centrodestra non avrebbe dubbi su chi scegliere nell’eventuale ballottaggio. È il motivo per cui Manfredi sta forzando i motori nella speranza di raggiungere il 50,1 per cento già al 3 ottobre. Così come sul versante opposto ci pensa Stefano Caldoro a battere il tempo con l’obiettivo di restituire motivazione e ritmo agli sbandati rematori della nave di Maresca.
Maresca: «Ricorrerò al Consiglio di Stato»
È infatti il caso di ricordare che all’interno del centrodestra, come riportano anche Messaggero e Mattino, circolano anche altri numeri, molto meno confortanti per Bassolino e molto più incoraggianti per l’ex-pm anticamorra. Sondaggi che danno Manfredi al 45 per cento e Maresca al 39 con il vecchio don Antonio staccato e privo di concrete speranze. Fosse davvero così, la mutilazione delle quattro liste angoscerebbe solo Maresca (che comunque ricorrerà al Consiglio di Stato) e non anche Manfredi. Quel che è certo è che Napoli, la meno attenzionata tra le grandi città al voto, ha già gettato le premesse per riprendersi la scena al momento giusto. Il colpo di teatro, appunto.