Nino Castelnuovo e la tragedia di quel fratello ucciso per aver zittito i “compagni” a una Festa dell’Unità
C’è un’ombra, un grande dolore, una tragedia giovanile rivelata oggi da “Il Foglio”, dietro la morte di Nino Castelnuovo, l’attore indimenticabile Renzo dei ‘I Promessi Sposi‘ Rai per la regia di Sandro Bolchi, deceduto ieri a Roma dopo una lunga malattia. Castelnuovo, che era impresso nell’immaginario collettivo anche come protagonista di uno spot degli anni ’90, in cui oltrepassava con un salto una staccionata, aveva un fratello che era rimasto ucciso durante una rissa a una Festa dell’Unità del Pci. Pietrantonio faceva l’operaio e aveva provato a redarguire un gruppo di compagni che stava facendo una gazzarra e disturbava lo svolgimento dell’evento comunista, forse durante un concerto.
Nino Castelnuovo e il fratello ucciso alla Festa dell’Unità
Il Foglio svela i dettagli della vicenda che riguarda Nino Castelnuovo e il fratello: “Francesco che tutti chiamavano Nino aveva un fratello, si chiamava Pierantonio e a Lecco invece faceva l’operaio, era militante del Pci e aiutava alle Feste dell’Unità del rione operaio di Castello. Una sera del 1976 invitò pacatamente un gruppo di giovinastri che disturbavano la festa ad abbassare la voce. Ma lo aggredirono, e con un pugno uno che si chiamava Angelo Musolino lo uccise. Anche Musolino aveva un fratello famoso, Vincenzo, che diventerà boss della ’ndrangheta lecchese, e un parente potente, un conte cognato. Non erano bravi fratelli i Musolino, erano solo dei bravi: di quelli che facevano paura a don Abbondio, ma non a bravi fratelli come Pierantonio e Nino”.