Opzione gender a scuola: l’arbitrio del preside dell’Istituto “Sassetti Peruzzi”. E’ polemica
La creazione dell’opzione “alias” sui documenti scolastici per le persone transgender sta scatenando una bufera. L’iniziativa promossa dal preside dell’Istituto Sassetti Peruzzi di Firenze ha fatto sobbalzare il centrodestra. E’ intervenuto il vicepresidente del Consiglio comunale e Consigliere della Lega Emanuele Cocollini a far notare almeno una bizzarria formale: “In Italia la riassegnazione di sesso e genere è consentita dalla Legge 14 aprile 1982, n. 164. Che dice che solo al termine del percorso di affermazione di genere si può avanzare domanda al Tribunale competente: con cui poi ottenere l’autorizzazione alla riassegnazione del sesso e al cambiamento del nome. Ci chiediamo pertanto se il Preside Di Cuffa sia adeguato al ruolo. Ed invitiamo le istituzioni scolastiche ad intervenire per riportare la legalità all’interno della scuola Sassetti. Fin da subito, vigileremo che questo accada”.
L’opzione gender a scuola è illegale: insorge il consigliere della Lega
Consentire, su richiesta degli alunni, di cambiare il loro nome anagrafico ha una conseguenza: modificare i documenti ufficiali interni all’istituto. Il che “è dannoso è illegale”, spiega il consigliere. Ma, come da copione, a prendere le difese del preside che ha introdotto motu proprio il gender nel suo istituto, è stato il Pd. “All’Istituto superiore Sassetti Peruzzi, a va il mio massimo sostegno per aver preso una posizione che, nel 2021, dovrebbe essere vista come naturale e non certo scomoda o inusuale – scrive in una nota il consigliere regionale del Pd della Toscana, Iacopo Melio- . Il quale non si pone problemi di legalità. Alla sinistra basta enunciare un principio.
La scuola di Firenze è la prima a consentirlo
L’Istituto Sassetti Peruzzi (a indirizzo professionale tecnico turistico, commerciale per la sanità e l’assistenza sociale) è dunque la prima scuola superiore della città a prendere l’iniziativa per la gestione di una Carriera Alias per studenti e studentesse in transizione di genere. L’iniziativa è stata presa dal preside per andare incontro alla richiesta di una ragazza del quarto anno: appena diventata maggiorenne. “Mi ha chiesto di incontrarla, e mi è stato subito chiaro che avremmo dovuto farci carico del suo problema, anche in caso di altre richieste”, ha detto Di Cuffa.