Perugia, sgominata banda dedita a scippi e furti nelle case: in 12 su 16 incassavano il Rdc
Perugia, sgominata una banda di 16 criminali imparentati uno con l’altro e dediti a furti nelle case: 12 di loro percepivano il Rdc. Dunque, al lungo, sconcertante elenco di abusivi del Reddito di cittadinanza, che beffano legge e concittadini, si aggiunge l’ultima vicenda che arriva dall’Umbria. Dove le indagini delle forze dell’ordine hanno consentito di sgominare un’organizzazione dedita al crimine. In particolare ai furti negli appartamenti. Un consorzio malavitoso composto da 16 elementi: 12 dei quali percepivano indebitamente il sussidio di Stato. Dunque, sulla base dei riscontri e delle accuse formulate, la polizia di Stato locale, con un’ordinanza cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Perugia, ha eseguito i fermi di a carico di otto persone ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione nella zona di Assisi e nelle province di Arezzo e Siena.
Perugia, sgominata una banda criminale di 16 elementi: 12 di loro percepivano il Rdc
Le indagini che il Commissariato di Assisi ha svolto. Coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia. E che hanno potuto contare anche sul supporto di attività di tipo tecnico, hanno consentito di ricostruire la struttura di un sodalizio criminale ben strutturato. Meticolosamente organizzato. E dedito alla commissione di reati contro il patrimonio. Gli indagati: sedici complessivamente e tutti già noti alle forze dell’ordine sempre per reati contro il patrimonio, sono uomini e donne italiani e stanziali nella zona di Assisi e Cannara. A far parte di questo sodalizio, sia uomini che donne. Tutti legati da vincoli di parentela – riferisce l’Adnkronos –. Forti di una struttura organizzativa ben delineata nei compiti. Con basi logistiche ben definite. Capace di avvicendarsi nei ruoli e fronteggiare situazioni di crisi, avvalendosi dell’apporto di tutti i partecipi.
Per la banda l’accusa è di furto negli appartamenti e reati contro il patrimonio
Un vero e proprio consorzio familiare che ha saputo dotarsi nel tempo di un programma criminoso sempre più affinato. Destinato a proiettarsi nel tempo. Ma anche a rimodularsi secondo le necessità. La banda allora, attiva già da anni sul territorio, ha seminato nel corso del tempo terrore e insicurezza tra gli abitanti delle zone del circondario. Specie quelle più isolate. Ma gli inquirenti sono state costantemente sulle loro orme. Monitorando la situazione. E intervenendo sulle diverse azioni criminose compiute nel tempo. Nel corso di più di un anno, spiega infatti l‘Adnkronos, i poliziotti sono riusciti ad arrestare in flagranza di reato alcuni dei componenti della banda subito dopo aver commesso il fatto. Altre volte hanno recuperato la refurtiva, che hanno poi restituito ai legittimi proprietari: derubati anche dei loro ricordi più cari.
Il ruolo delle 6 donne della banda: scaltre, astute e materialmente operative
Una banda composta da uomini senza scrupoli. E da donne scaltre e astute: ben 6 le figure femminile nel gruppo, che hanno dato il proprio attivo contributo alle azioni criminali. La più piccola, di 22 anni. La più grande di 40. Alcune di loro erano dedite al compimento materiale dei furti. Ma erano specializzate negli scippi e nei furti in abitazione. Che mettevano a segno aggirando le padrone di casa, scelte appositamente sole e anziane. Anche spacciandosi per venditrici di articoli vari o bisognose dei servizi igienici. Tra le altre c’è chi si prestava a farsi intestare le autovetture che sarebbero state utilizzate per commettere i furti. Chi trasportava la refurtiva fuori regione per essere piazzata. O ancora chi, invece, aveva il compito di custodire gli oggetti di valore dopo essere stati rubati e portati agli uomini della banda (molti dei quali dotati di Rdc)…
La banda costantemente attiva: ferma solo durante il lockdown
Alcuni degli uomini della banda riuscivano a portare avanti il loro piano criminale anche se sottoposti a regime di restrizione delle libertà personale. Il loro piano era ben strutturato e non ha conosciuto battute d’arresto: se non durante il lockdown. Spietati e pericolosi. A bordo di auto di grossa cilindrata. I componenti della banda affrontavano, ed eventualmente sostenevano, inseguimenti e tentativi di blocco da parte delle forze dell’ordine. Ed è stata proprio in una di queste circostanze che una volante è stata danneggiata. Perché i ladri in fuga, dopo aver commesso un furto, non si sono fermati. Forzando il blocco. In quell’occasione gli agenti arrestarono l’unico rimasto all’interno dell’auto: il conducente ferito.
Perugia, la banda di criminali con Rdc agiva secondo modalità strutturate e operazioni organizzate nel dettaglio
La banda cambiava velocemente le autovetture una volta scoperte. Utilizzava all’occorrenza anche targhe false. Compiva lunghi e articolati sopralluoghi prima del colpo, quando sceglieva le abitazioni da svaligiare. Situate in siti quasi sempre sufficientemente isolati. Raggiungibili attraverso strade sterrate. Con scarsi sistemi di sorveglianza. E dove la banda aveva preventivamente accertato uno scarso controllo delle abitudini dei proprietari. Nel corso dei colpi uomini e donne del consorzio criminale tenevano i telefoni appositamente spenti per non dare indizi della loro presenza sul luogo dei furti. Non solo: il profilo altamente professionale dell’organizzazione di malviventi è dimostrato anche dal fatto che la banda aveva due vere e proprie basi logistiche nella periferia di Assisi. Dove i vari componenti si riunivano prima di partire. Distribuendosi tra di loro autovetture designate e “arnesi” del lavoro: aste. Bastoni. Piedi di porco. Guanti e altri indumenti per camuffarsi.