Grillo jr, è guerra di perizie: “I lividi sulla giovane provano lo stupro”. “No, se l’è procurati col kitesurf”

8 Set 2021 12:44 - di Guido Liberati
Grillo jr

Il caso Grillo jr e amici accusati di stupro di gruppo (e di revenge porn) si arricchisce di nuovi particolari. Panorama – come anticipato oggi su La Verità – ha ottenuto la carte segrete, potendo visionare il fascicolo ed è in grado di svelare la guerra di perizie tra accusa, difesa e parti civili.

In vista della seconda udienza preliminare in programma il prossimo 5 novembre, contro il figlio di Beppe Grillo e di altri tre ragazzi, emergono ulteriori dettagli dell’inchiesta.

La clinica Mangiagalli di Milano, dove la ragazza otto giorni dopo i fatti è stata visitata, ha riscontrato lividi e segni di violenza sul suo corpo riconducibili alla violenza sessuale subita, tutto documentato con foto e scheda clinica e inviato alla Procura di Tempio Pausania, titolare del fascicolo.

Ecco come i legali di Grillo jr  spiegano i lividi sulla giovane

Il 26 luglio 2019 la responsabile del centro, Alessandra Kustermann, la ginecologa, il medico legale e la psicologa inviano ai pm, «ravvisando gli estremi di un delitto procedibile d’ufficio», una denuncia di reato con annessa scheda clinica e documentazione fotografica. Se l’esame ginecologico, effettuato a otto giorni dai fatti, non offre spunti di particolare rilievo, i medici si soffermano sui lividi riscontrati sul corpo della ragazza, in particolare su braccio e avambraccio destro, e su entrambe le gambe. Segni che, in quel momento, paiono coerenti con il racconto della giovane, la quale sostiene di essere stata «obbligata ad avere rapporti vaginali a rotazione con tutti e quattro i ragazzi, che si disponevano uno a consumare il rapporto e altri a tenerla ferma impedendole ogni forma di resistenza».

Una versione ribadita dagli esperti della Mangiagalli nel capitoletto intitolato «Esame obiettivo generale» in cui si legge: «I ragazzi la tenevano immobilizzata per gambe e braccia impedendole di muoversi». Queste aree di «soffusione verdastra del tegumento» sono dovute davvero alla notte di sesso con Ciro jr e compagni?

La difesa ha già una controreplica: all’epoca dei fatti, la giovane praticava kitesurf, uno sport che può lasciare segni a causa dell’attrito violento con la tavola e le onde. Per l’avvocato della ragazza, Giulia Bongiorno, la causa dei segni è certamente da ricondurre agli abusi.

Nel recente atto di costituzione di parte civile, depositato dall’avvocato Bongiorno e destinato alla richiesta di risarcimento del danno, si fa riferimento a una «profonda sofferenza morale tuttora perdurante».  C’è, anche, un riferimento a Grillo senior. «Il morboso clamore mediatico suscitato dalla vicenda, esploso in conseguenza delle dichiarazioni a mezzo social rese dal padre dell’imputato Ciro Grillo – rimasto sopito sino a quel momento e confinato a cronache locali – ha esposto S.J. a un processo di vittimizzazione secondaria, portandola a rivivere il trauma patito e riacutizzando la relativa sintomatologia». Da qui la richiesta di risarcimento.

Le accuse di stupro contro Ciro jr e gli altri tre ragazzi

Grillo jr, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono stati accusati di stupro di gruppo su due ragazze, avvenuto la notte del 17 luglio del 2019. I quattro avevano conosciuto le due ragazze di Milano e le avevano invitate proprio a casa del figlio del fondatore del MoVimento 5 Stelle, in Sardegna.

Secondo quanto emerso dagli atti: «I quattro costringevano e comunque inducevano X, abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’alcol, a subire e compiere atti sessuali. Entravano e uscivano dalla stanza ridendo tra loro e ostruendo il passaggio a Y, quando, divincolatasi, la ragazza tentava di allontanarsi, consentendo in tal modo a Corsiglia di raggiungerla nuovamente, di afferrarla e spingerla nel box doccia del bagno, dove la costringeva a subire un ulteriore rapporto». E ancora: «La forzavano a bere della vodka, afferrandola per i capelli e tirandole indietro la testa e la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali».

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