Quando c’era Lui, caro lei… Velina semiseria sui No Vax ad uso della Vigilanza Antifascista
Foglio d’ordine per gli Addetti alla Vigilanza e alla Repressione Antifascista h24, in seguito AVRA: è fatto assoluto divieto di equiparazione tra no-vax e fascisti. Qualsiasi tentativo di sovrapporre le due etichette sarà considerato logicamente e storicamente abusivo. Il divieto vale anche nel caso in cui chi invoca libertà di cura commetta violenze, siano esse fisiche o verbali, esercitate per strada o attraverso apparati di telecomunicazioni o utilizzando i media sociali. In nessun caso, insomma, il no-vax potrà spacciarsi per fascista. Sul piano logico, non bisogna infatti dimenticare che da sempre gli stessi membri dell’AVRA sostengono che libertà e fascismo sono tra loro inconciliabili. Ne consegue che nessuno può invocare per sé e per gli altri il diritto di scegliere come proteggersi dal virus Covid-19 indossando il fez o la camicia nera. Il divieto resta in vigore anche nei giorni di carnevale e i no-vax trasgressori saranno puniti a norma di legge. Sul piano storico, è del tutto scontato che se la sede del governo fosse ancora ubicata a Palazzo Venezia piuttosto che a Palazzo Chigi, l’inoculazione del siero sarebbe stata resa ob-bli-ga-to-ria per tutti gli italiani, Piccoli Balilla compresi, fin dal primo apparire del virus sui colli fatali di Roma. Lunghe file di vaccinandi, circondati da ale di folle plaudenti, avrebbero marciato al passo dell’oca verso l’hub di destinazione per lì virilmente offrire il braccio alla patria. Ne sia granitica ed inoppugnabile prova la disposizione del 1939 (XVII E.F.), con la quale il Duce impose l’obbligo dell’antidifterica nei primi due anni di vita. Non c’era il generale Figliuolo ma grazie a quell’obbligo molti piccoli figli d’Italia si salvarono dalla proditoria aggressione del Corynebacterium diphtheriae e dalle sue perniciose conseguenze, sovente letali. Tale dato storico non è soggetto a negazionismo, neppure da parte del professor Tomaso Montanari. In ogni caso, se al pieno soddisfacimento delle esigenze propagandistiche dell’AVRA dovesse risultare come assolutamente necessaria l’apposizione di un’etichetta sul no-vax, la scelta ricada allora su quella molto più calzante e storicamente appropriata di sfascista. Aiuterà, se non altro, a riconoscere più e meglio di qualsiasi altra i veri drammi dell’Italia di oggi.