Salvini: le varianti nascono per reazione ai vaccini. I virologi: «Sbagliato. Parla di quello che conosci»
Pioggia di smentite e diverse critiche da parte dei virologi a Matteo Salvini. Intervenendo a L’Aria che tira, nell’ambito di un ragionamento su Green pass e tamponi, il leader della Lega ha affermato che «le varianti nascono come reazione al vaccino». Sbagliato, hanno replicato i virologi, alcuni dei quali hanno invitato, più o meno esplicitamente, il senatore a non addentrarsi in argomenti che non gli competono.
Le parole di Salvini sulla genesi delle varianti
«Io sono vaccinato, posso prendere il virus e posso trasmetterlo. Se faccio un tampone ora, vedo se sono negativo. Lo strumento imbattibile per vedere se una persona è negativa in un momento è il tampone», ha detto Salvini, ricordando che «il vaccino non mi rende totalmente immune». A quel punto il passaggio sulle varianti: «Proviamo a fare informazione corretta: le varianti – ha detto – nascono come reazione al vaccino». «Se provo ad ammazzare il virus – ha aggiunto Salvini – il virus cerca di sopravvivere mutando e reagendo al vaccino. Il virus si trasforma: io vaccinato non sono immune». «Il mio problema non sono i non vaccinati, il mio problema è il virus che varia. In Israele sono tutti vaccinati e il virus sta circolando tra migliaia di persone. Cosa vuol dire?» ha concluso il leader della Lega.
Galli: «Salvini parli di ciò che conosce»
Per Massimo Galli «il senatore Salvini deve parlare delle cose che sa e non di cose orecchiate in giro. Lasci stare i vaccini, che salvano le vite e oggi sono l’unico strumento che evita l’ospedale e il cimitero». «Le varianti – ha quindi spiegato il docente di Malattie infettive all’università Statale e primario al Sacco di Milano all’Adnkronos – nascono sotto la pressione immunitaria dell’ospite, le mutazione si vengono a creare casualmente e se una si rende più efficiente si afferma. Ma se non hai fatto il vaccino oggi, con la variante Delta, rischi di finire in ospedale e questa – ha concluso – è la nostra preoccupazione maggiore».
Bassetti: «Le varianti nascono quando non si è vaccinati»
Per Matteo Bassetti l’affermazione di Salvini sulle varianti «è una delle cose più inesatte che ho sentito da quando si parla di pandemia». «Le varianti nascono quando le persone non sono vaccinate e il virus si muove liberamente, vedi la Delta in India, dove la popolazione non era immunizzata. Così la Mu. Dire quello che ha detto Salvini è profondamente inesatto». Per il resto, per Bassetti, anche se è vero che i vaccinati si possono contagiare, la comunicazione da far passare è che «se non sei immunizzato ti ammali gravemente». «Questo – ha detto il direttore del reparto di Malattie infettive del San Martino di Genova – dovrebbe dire un politico. Anzi forse non dovrebbero proprio parlare di scienza, perché lo devono fare gli scienziati. Ma oggi in Italia di vaccini parlano tutti facendo danni. Mi dispiace delle parole di Salvini perché – ha concluso Bassetti – è una comunicazione non corretta».
Burioni: «Capite perché sono scoraggiato?»
Laconico Roberto Burioni, che su Twitter si è limitato a rilanciare il video di Salvini commentando «Voi capite perché sono scoraggiato?», mentre per Fabrizio Pregliasco le parole del leader leghista «arrivano da cattivi consiglieri e istillando dubbi. È legittimo che la politica decida come usare i vaccini, ma qui – ha concluso – si deborda».
La replica della Lega: «Il rischio è citato dall’Iss»
«In merito al dibattito su vaccini e varianti del virus, si segnala quanto scrive l’Istituto Superiore di Sanità: “Sotto l’azione dei vaccini, o anche dei farmaci, che tendono a ridurre la sua moltiplicazione, è più probabile che quegli errori casuali (mutazioni) che danno al virus variato maggiori probabilità di resistere all’attacco degli anticorpi o all’azione dei farmaci antivirali, prendano il sopravvento», è stata la replica alle polemiche giunta da fonti della Lega, che hanno sottolineato che «anche oggi, Matteo Salvini ha lanciato un appello affinché gli italiani si vaccinino, come peraltro ha fatto lui, “per scelta consapevole e non per costrizione”».