Saman, orrore senza fine. Una lettera anonima rivela: uccisa e fatta a pezzi. I resti sono nel fiume
Saman, una lettera anonima arrivata alla redazione del “Carlino” potrebbe aprire un nuovo fronte d’indagine sul caso. «Il corpo, fatto a pezzi, è nel fiume», riporta la missiva, confermando i sospetti emersi nbelle ultime settimane. Dunque, la 18enne pakistana sarebbe stata uccisa. Il corpo ormai privo di vita occultato in zona Bagna, nelle valli tra Novellara e Guastalla. Fatto a pezzi. E poi i suoi poveri resti gettati in acqua perché i pesci – o altri animali – facessero il resto… È questo l’agghiacciante contenuto di una lettera anonima arrivata alla redazione reggiana de Il Resto del Carlino, che rivelerebbe l’ultimo, tragico scempio, compiuto sulla 18enne pakistana scomparsa ad aprile da Novellara (Reggio Emilia) e mai ritrovata. La missiva è nelle mani degli inquirenti al lavoro sul caso. Che, al momento, stanno verificando l’attendibilità del messaggio ed eventualmente la possibilità di verifiche.
Saman, una lettera anonima indicherebbe il luogo dell’occultamento del cadavere
Una credibilità, come sempre accade nel caso di segnalazioni anonime, tutta da dimostrare… Intanto, «le attività investigative proseguono in modo attivo, al massimo livello», afferma il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Cristiano Desideri. Dopo che, come noto, gli scavi nelle serre intorno a quella che era l’abitazione in uso alla famiglia Abbas, sono stati interrotti dopo settimane intense di infruttuose ricerche. Il punto fermo su cui procedono gli inquirenti è l’omicidio di Saman. Sull’occultamento del cadavere della ragazza, invece, c’è stato un fermo stop. Gli investigatori, che indagano sul suo presunto omicidio e occultamento di cadavere, hanno smesso di cercare il suo corpo ormai dal 12 luglio.
«Scavate in zona Bagna, nelle valli tra Novellara e Guastalla: Saman è stata fatta a pezzi e gettata lì»
Un stop arrivato dopo 67 giorni di scavi e perlustrazioni nelle serre di Novellara, dove i carabinieri di Reggio Emilia non hanno rinvenuto tracce o riscontri. Nonostante l’ingente dispiegamento di forze sul campo, che si sono avvalse anche dell’ausilio di sofisticati mezzi tecnologi e cani molecolari. Stavolta, invece, per la prima volta dalle dichiarazioni rese dal fratello di Saman (tuttora ospitato in una comunità protetta). E dalle audizioni del cugino della vittima – l’unico familiare in carcere per il delitto della 18enne pakistana – la lettera arrivata al quotidiano reggiano fornisce un’indicazione: quanto concreta e credibile lo si valuterà a breve. «Scavate in zona Bagna, nelle valli tra Novellara e Guastalla: Saman è stata fatta a pezzi e gettata lì», riferisce la lettera che la redazione del Carlino ha consegnato agli investigatori.
Intanto i suoi assassini, mandanti e esecutori, sono irreperibili
Del resto, come ribadito dal colonnello Desideri dalle colonne del sito del Tgcom24,«non ci siamo mai permessi di scartare una segnalazione. Non abbiamo trascurato nulla. Né tantomeno abbiamo sottovalutato alcunché. Anche laddove qualcuno diceva di “sentire” qualcosa». Eppure, come sottolinea il militare stesso, «a tutt’oggi il corpo di Saman non c’è. Ed è per noi una sorta di imperativo morale, nei limiti delle nostre possibilità, arrivare al suo ritrovamento. Perché è giusto poterle dare una degna sepoltura». Nel frattempo, dei suoi assassini, mandanti o esecutori che siano, non c’è traccia. Sono all’estero, impuniti. E al momento, nonostante impegno e sinergia di diverse forze in campo – Interpool compresa, sulle orme dei genitori di Saman – risultano ancora introvabili…