“Sono bianchi”: l’ente lirico inglese licenzia quattordici musicisti. Delirio politically correct
Arriva dall’Inghilterra un’altra follia del politicamente corretto. A farne le spese 14 musicisti che perderanno il lavoro. L’English Touring Opera (Eto), una delle più importanti compagnie liriche britanniche, ha deciso di non rinnovare il contratto a quattordici dei suoi musicisti. Per loro niente contratto in vista della prossima stagione, che inizierà nella primavera del 2022. La prestigiosa compagnia lirica non li caccia per mancanza di professinalità o per scarsa qualità. La loro A causa di comportamenti inappropriati? Per colpa della scarsa qualità di esecuzione? O per via di errori gravi e imperdonabili? Niente di tutto ciò. La loro “colpa” è di essere bianchi.
L’ente lirico inglese manda a spasso 14 musicisti bianchi
Lo ha spiegato a chiare lettere l’English Touring Opera in una lettere diffusa dal quotidiano britannico “Daily Mail”. I quattordici musicisti perderanno il lavoro perché la composizione della “squadra” musicale non sarebbe conforme ai nuovi canoni inclusivi. Che finiscono per essere discriminatori. Ecco come si è giustifaco l’Ente: «L’Eto si è impegnato ad aumentare la diversità della sua squadra. Nonostante gli apprezzabili progressi realizzati, diamo la priorità all’aumento di diversità nell’orchestra». La priorità data all’aumento della diversità passa con disinvoltura sopra “il cadavere” di quattordici persone che rimarranno senza stipendio.
Gb, chi sono i musicisti bianchi sacrificati al dogma della diversità
Chi sono questi musicisti bianchi presi di mira perché non conformi? “Sono tutti bianchi – ricostruisce Libero– hanno tra i quarantaquattro e i sessant’ anni, e alcuni lavorano da ormai due decenni con la compagnia“. Sulle barricate sale The Musicians’ Union, organizzazione sindacale che rappresenta oltre 30mila musicisti britannici. Ha denunciato come «inattesa e brutale» la decisione drastica di fare fuori i musicisti bianchi. La promozione delle minoranze – ha fatto rilevare l’organo sindacale- deve essere fatta in maniera «giusta e legittima» e non «cacciando la metà dell’orchestra».
Lo scaricabarile
Tutto il mondo è paese e anche in Inghilterra l’uso dello scaricabarile è diffuso; così James Conway, direttore dell‘Eto, ha cercato di dare la responsabilità all’Arts Council England: istituzione che dipende dal dipartimento della cultura britannica e che finanzia la compagnia con una generosa busta da 1,78 milioni di sterline all’anno. Pertanto scaricare quattordici lavoratori sarebbe decisione “conforme alle ferree direttive dell’Arts Council, principale finanziatore delle tournée dell’Eto e della maggior parte dei fondi che sostengono l’Eto”, ha dichiarato alla stampa britannica Conway. Sia come sia, la decisione ha fatto inorridire personalità di primo piano.
Il violinista Zhang Zhang: “Decisione ideologica, non c’è giustizia né progresso”
Zhang Zhang, violinista dell’orchestra filarmonica di Monte Carlo, ha rilasciato sul Figaro una dura intervista: «Questa decisione non ha nulla a che vedere con la musica, è puramente ideologica. Ed è ancor più crudele se si pensa che il mondo delle arti dello spettacolo è appena tornato alla vita dopo un anno di arresto dovuto alla pandemia mondiale. Ciò significa che alcune carriere diventeranno fragili e che alcune famiglie verranno probabilmente portatea una situazione di precarietà. Dov’ è la giustizia e il progresso in tutto ciò?». Parole sacrosante in un regime di follia: la notizia dell’Eto giunge negli stessi giorni in cui l’orchestra filarmonica di Buffalo, negli Stati Uniti, ha annunciato che «nessun direttore d’orchestra bianco o asiatico sarà più accettato».