Strage del Bataclan, al via il processo. Il papà di una vittima: “Avranno il mio odio eterno”
“Avranno il mio odio eterno“, giura a Le Figaro, Patrick Jardin al quale i terroristici islamici della strage del Bataclan hanno ucciso la figlia Nathalie nell’attentato terroristico francese.
L’uomo si è ormai trasferito in Belgio, ma intende venire a Parigi per tutte le udienze del processo della strage del Bataclan che si è aperto oggi per gli attentati terroristici sferrati il 13 novembre del 2015 che hanno causato complessivamente 130 morti.
Alcune parti civili hanno un atteggiamento “benpensante e di perdono“, ma io no, spiega Patrick al suo arrivo in tribunale.
“Da sei anni sono inconsolabile. Sto scontando un ergastolo“, confida l’uomo.
Alla sbarra in Tribunale assieme ad altri undici imputati “minori”, Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto del commando del Bataclan e accusato numero uno nel maxi processo che si è aperto a Parigi per gli attentati del 2013 e la cui durata prevista è di nove mesi, con il verdetto della Corte d’assise atteso per il 24 o 25 maggio 2022.
In totale, sono dodici gli imputati in aula, ma venti quelli accusati: sette logisti, due uomini che hanno aiutato Abdeslam nella fuga, uno svedese e un tunisino rientrati dalla Siria per compiere un attentato. E quattro miliziani della leadership dello Stato Islamico giudicati, però, in contumacia perché si ritiene siano morti.
Il presidente della giuria è il Jean-Louis Périès, che leggerà un rapporto sugli attentati e la loro preparazione redatto dai magistrati della Procura nazionale antiterrorismo.
Salah Abdeslam, che oggi, in apertura del processo, ha rivendicato la sua appartenenza all’Isis – ”Non c’è altro Dio all’infuori di Allah”, “ho rinunciato a qualsiasi professione per diventare un combattente dello Stato Islamico” – venne arrestato a Bruxelles il 18 marzo del 2016 dopo essere stato ferito a una gamba.
Si riteneva fosse fuggito in Siria dopo gli attentati e invece è stato catturato in un’operazione a Molenbeek, a Bruxelles, quartiere ad una ventina di minuti di auto dal Justus Lipsius, dove si era tenuto il summit con i capi di Stato e di governo Ue.
Era amico d’infanzia di Abdelhamid Abaaoud, il capo della ‘Cellula di Verviers‘ considerato il cervello degli attentati di Parigi.
L’ottavo uomo del commando che il 13 novembre uccise 180 persone – e l’unico a non essersi fatto saltare in aria – era stato identificato dagli inquirenti come colui che noleggiò la macchina utilizzata dai terroristi nell’attacco al Bataclan.
Abdeslam sfuggì clamorosamente ad un controllo alla frontiera franco-belga la mattina dopo la strage.
Nato nel 1989 a Bruxelles da genitori francesi, ha un passato come impiegato presso uno dei depositi dei tram di Bruxelles.
Salah Abdeslam hapoi lavorato al deposito di Ixelles fra il 2009 e il 2011, prima di essere licenziato.
Nel 2012 Abdeslam era stato incarcerato per un mese per furto. Agli inquirenti belgi, la ragazza del terrorista raccontò i primi passi del processo di radicalizzazione del giovane, che aveva espresso il desiderio di andare in Siria nel “dicembre del 2014”.
Proprio in Siria Salah aveva trascorso un periodo insieme al fratello Ibrahim, che si è fatto esplodere in un caffè della capitale francese.
Oltre a Ibrahim, Salah ha un altro fratello, Mohammed, impiegato presso gli uffici comunali a Molenbeek e arrestato dopo la strage.
Fu Mohammed a lanciargli un appello chiedendogli di “consegnarsi alla polizia“, sostenendo che “la cosa migliore sarebbe che si presentasse alla giustizia, in modo che si faccia luce su questa storia”.
Nei suoi continui spostamenti Salah ha lasciato tracce anche in Italia.
Il terrorista, infatti, raggiunse il porto di Bari a fine luglio per recarsi in Grecia.
La ragione di quel viaggio, cominciato il 31 luglio e finito il 9 agosto, è che Salah doveva incontrare Abaaoud.
Dopo alcuni giorni fece il viaggio all’inverso per poi uscire dall’Italia passando per Conegliano Veneto.
Ingente oggi il dispiegamento di gendarmi fuori dalla Corte, mentre per la durata del processo verrà limitata la circolazione nell’Ile de la Cité che resterà in un regime di massima sicurezza.
Previste manifestazioni di protesta, oltre che il trasferimento in aula degli 11 imputati detenuti in quattro diversi carceri. Abdeslam è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Fleury-Mérogis.
Per quanto riguarda lo svolgimento del processo per la strage del Bataclan e per gli altri attentati, le prime cinque settimane saranno riservate alle parti civili, quasi 1.800 quelle che si sono costituite.
Dal 28 settembre al 29 ottobre il Tribunale ascolterà prima i sopravvissuti e i parenti delle vittime dello Stade de France e delle terrazze, poi dedicherà circa un mese alle parti civili legate all’attentato al Bataclan
Il 2 novembre si inizierà con primi interrogatori degli imputati, ma bisognerà attendere il febbraio 2022 per assistere al loro interrogatorio sulla preparazione e la realizzazione dei vari attentati, come spiega Le Figaro.
Il 10 novembre, poi, sarà la volta della testimonianza di François Hollande, Bernard Cazeneuve il 17, mentre Manuel Valls e Jean-Yves Le Drian saranno convocati il 30 marzo 2022.