Svolta nell’omicidio di Verona, fermato il presunto assassino di Chiara: è un vicino di casa. E ha confessato
È durata poco la fuga del presunto autore dell’omicidio di Chiara Ugolini, la commessa di 27 anni trovata morta dal fidanzato, ieri in un appartamento a Calmasino di Bardolino (Verona), che i due condividevano. Le pattuglie della polizia stradale di Firenze Nord hanno intercettato l’uomo in fuga a bordo di una moto, all’altezza di Impruneta in direzione Sud. A quanto si apprende, nella notte il fuggitivo avrebbe reso spontanee dichiarazioni, confessando alla presenza degli appartenenti alla polizia stradale e dei carabinieri di Verona.
Omicidio di Verona, il presunto assassino di Chiara è un vicino di casa
Dunque, il presunto assassino di Chiara Ugolini, aggredita e uccisa nel pomeriggio di ieri nella sua casa, sarebbe un 38enne italiano che abitava nella stessa palazzina della vittima. L’uomo sarà interrogato dal magistrato della procura di Verona, che coordina l’indagine condotta dai carabinieri. «L’uomo era alla guida di una moto e gli agenti della Polstrada lo hanno individuato e fermato. Durante la notte nel corso dell’attività investigativa sono emersi elementi oggettivi sul coinvolgimento dell’uomo nel delitto, pertanto d’intesa con l’autorità competente si è proceduto al suo arresto ed è stato portato nel carcere di Sollicciano», ha spiegato Antonio Adornato, comandante Polizia Stradale di Firenze.
Una sola certezza: «La morte è avvenuta in modo violento»
Un caso drammatico ed efferato, quello dell’omicidio della giovane commessa veronese, che sembra si sia risolto in poche ore. Tutto è cominciato col sopralluogo dei carabinieri sulla scena del crimine che, a quanto trapela, confermerebbe che «la morte è avvenuta in modo violento». Dalle prime informazioni raccolte sembra che la giovane, che lavorava in un’attività commerciale del posto, ieri non si fosse presentata al lavoro dopo aver fatto il suo turno nel negozio di abbigliamento del padre del compagno sul Garda. Ricostruendo i suoi ultimi movimenti, gli inquirenti hanno appurato che alle 14 Chiara era tornata a casa per pranzo. Sarebbe dovuta rientrare in negozio alle 18: ma non si è mai presentata al nuovo turno di lavoro. L’insolito ritardo aveva allarmato il fidanzato che per due ore aveva provato a chiamarla senza ottenere risposta. Così era tornato a casa a cercarla.
Gli inquirenti non escludono nessuna pista
E lì il giovane l’ha trovata esanime, riversa nel suo stesso sangue. Il corpo giaceva accasciato sul pavimento con una evidente ferita alla testa. A quel punto, le indagini dei carabinieri sono partite proprio dalla palazzina di tre piani di via Verona dove la coppia conviveva da circa un anno. La porta non era stata forzata: segno che la vittima avrebbe fatto entrare il suo aggressore perché probabilmente lo conosceva. E così, scattata la caccia all’uomo, in poche ore è arrivato il fermo del vicino di casa. E ora, come riporta il sito de La Stampa tra gli altri, «da quel che si sa la convalida del provvedimento sarà fatta a Firenze. Poi tutti gli atti saranno trasmessi a Verona per competenza». Al momento, comunque, resta da chiarire il movente del delitto. E perché la giovane abbia fatto entrare in casa l’uomo che poi l’ha aggredita. Gli investigatori stanno vagliando tutte le piste: dal delitto a sfondo sessuale a una lite per questioni condominiali.