Turismo, 2020 “annus horribilis”. Istat: «Persi 63 miliardi per il crollo del consumo interno»

14 Set 2021 13:16 - di Redazione
Istat

Drastica caduta della spesa per il turismo in Italia nell’anno della pandemia. Stando all’anticipazione per l’Anno 2020 del conto satellite del turismo per l’Italia diffusa oggi dall’Istat, lo scorso anno i pernottamenti dei turisti stranieri in Italia sono diminuiti del 54,6 per cento, quelli dei residenti all’interno dei confini del 32,2. In un anno si è registrato un calo di oltre 63 miliardi di euro per il consumo turistico interno e di 31 miliardi per il valore aggiunto. Quest’ultima voce scende ben al di sotto dei livelli del 2010 (68 miliardi nel 2020 contro 80 miliardi). Il calo dell’attività turistica ha inciso per oltre un quarto sulla perdita complessiva del valore aggiunto registrata in Italia.

Istat: più che dimezzate (- 56,4%) le presenze straniere

Definire dunque il 2020 annus orribilis per l’economia (oltre che, naturalmente, per la salute) è davvero poca cosa. Consola, ma solo parzialmente la riduzione, altrettanto drastica, dei flussi turistici italiani verso l’estero. In questo caso la riduzione in termini di presenze è pari al 54,1 per cento, e in quelli di denaro di 13,7 miliardi di euro (-65,7 per cento sul 2019). Le limitazioni alla circolazione dei movimenti turistici, spiega l’Istat, hanno quindi contribuito a trasformare parte dei flussi turistici verso l’estero in flussi domestici, per i quali il calo dei pernottamenti è stato del 32,2 per cento. In questo modo è rimasta in Italia parte della spesa turistica destinata negli anni precedenti all’estero. Un contributo a frenare la diminuzione complessiva del consumo turistico interno.

Penalizzati tutti i servizi del comparto

La forte contrazione dei flussi turistici è ancora più marcata nel caso delle strutture ricettive. Qui, infatti, il calo è arrivato fino al 70 per cento per i flussi turistici internazionali in entrata e in uscita. Complessivamente, nell’anno 2020, il consumo turistico interno ha fatto registrare un volume d’affari pari a 98,7 miliardi di euro. Con una riduzione del 39,2 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo l’stat, all’interno di una generalizzata riduzione della spesa turistica le perdite più rilevanti hanno interessato alcune tipologie di prodotti. In particolare quelle la cui fruizione comporta un maggior rischio di aggregazione di persone (ristoranti, trasporto, servizi sportivi e ricreativi) o il cui servizio è esclusivamente turistico (agenzie di viaggio e tour operator). Uno strascico che ci ha fatto partire in salita anche quest’anno.

 

 

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