Meloni al Forum di Bled: «No al Superstato, sì alla confederazione di nazioni sovrane»
«No al Superstato, sì ad una confederazione di Stati sovrani». Questo in estrema sintesi il messaggio che Giorgia Meloni lancia dalla Slovenia, dove ha partecipato al dibattito sul tema: “Future of Europe – Diversity and Consensus” nell’ambito della “Bled Strategic Forum 2021“. Si tratta del più importante appuntamento dell’Europa centrale e sudorientale, cui partecipano i più importanti uomini di Stato e di governo. In precedenza, accompagnata dal co-presidente del gruppo Ecr Raffaele Fitto e dal capodelegazione all’Europarlamento Carlo Fidanza, la leader dei Fratelli d’Italia aveva incontrato il primo ministro sloveno Janez Jansa e quello polacco Mateusz Morawiecki. Al centro del colloquio, migranti e questione afghana.
La Meloni in Slovenia per parlare di Europa
Pieno e corale d’accordo nel denunciare e contestare la retorica di Bruxelles sulle «porte aperte a tutti». Come la Slovenia, anche la Polonia è preoccupata dai «flussi della rotta balcanica», sui quali è forte il «ricatto migratorio della Bielorussia». Ma torniamo al Forum di Bled. Punto centrale del dibattito, il futuro modello di Ue. Un tema che sta particolarmente a cuore alla leader della destra italiana ed europea. Che non ha deluso le attese. «È tempo – ha premesso – di una conversazione aperta e onesta sul futuro dell’Europa». Per poi sottolineare che «la conferenza sul futuro dell’Europa è stata fortemente voluta dall’establishment europeo per avere un’Unione più stretta». Ma, ha aggiunto, «si evita di confrontarsi sul merito».
«Bruxelles faccia meno, ma faccia meglio»
«L’Ue – ha detto ancora la Meloni – dovrebbe evolvere verso un modello confederale». L’idea è quella di una confederazione di Stati sovrani «che concentri iniziative e risorse economiche solo su temi importanti, lasciando aspetti minori alla competenza degli stati nazionali». Si tratta di un modello assolutamente «in accordo con il principio di sussidiarietà»,. Un principio, ha ricordato, che «è nei trattati ma viene ignorato dalle istituzioni europee». Per la Meloni, dunque, una terza via tra l’europeismo acritico e l’antieuropeismo c’è. «È – ha concluso – quella che propone il Gruppo dei conservatori e riformisti europei, basandosi su un approccio realistico e pragmatico in cui l’Ue fa meno ma lo fa meglio».