Vendola, critiche feroci alla foto del figlio a scuola. “Si è chiesto come soffre la mamma che l’ha partorito?”
Nell’euforia di postare la foto del primo giorno di scuola del figlio Tobia, magari nell’ottica del sostegno politico al Ddl Zan, Nichi Vendola (o chi lo ha consigliato) non ha valutato l’effetto boomerang, ovvero che qualcuno, democraticamente, come accade sul web per post pubblici, si chiedesse dove fosse e che stesse pensando la mamma che ha partorito quel bambino e che poi lo ha ceduto alla coppia gay. Ed è così che sotto quella foto s’è scatenata una ondata di critiche, che si alternavano ai complimenti per quel messaggio toccante scritto da Vendola a corredo dell’immagine del figlio, ottenuto grazie all’utero in affitto, pratica consentita in Canada, paese d’origine del compagno dell’ex presidente della Regione Puglia.
Il messaggio dell’ex governatore al piccolo Tobia
“Primo giorno di scuola. Prima elementare. Accompagniamo nostro figlio fin sulla soglia dell’edificio scolastico. Tanti bambini, tanti genitori, siamo tutti molto emozionati: nella sua allegra semplicità l’ingresso in quel luogo è un momento solenne, un rito di passaggio. Credo che ogni genitore viva col batticuore quell’attimo in cui il proprio bimbo o bimba viene affidato alla “pubblica istruzione”, perché sa che tra quei banchi, dinanzi a quelle lavagne, con quelle maestre, si costruirà tanta parte del futuro di quei piccoli che da oggi lo sono un po’ meno. D’improvviso mi torna in mente come un ricordo sepolto dagli anni il mio primo giorno di scuola, il pianto inconsolabile quando papà mi ha lasciato la mano e mi ha detto “vai”. E mentre cerco di consolare quel bimbo che ero io nella mia memoria in bianco e nero, accarezzo mio figlio e penso a quanto sia prezioso e delicato ogni bambino, a quanto sia cruciale proteggere la sua libertà, la sua curiosità, la sua unicità”, ha scritto Vendola.
Unicità. Come quella della mamma, ignorata, la mamma di Tobia, il cui padre genetico è Eddy Testa, bimbo nato in una clinica californiana da una donna residente negli Stati Uniti. Una pratica, quella dell’utero in affitto, vietata in Italia.