Visite a pagamento in strutture private. Lo “scoop” sul grillino Sileri finisce all’Ordine dei medici

10 Set 2021 13:39 - di Redazione
Sileri

Lo scoop della Verità sulle visite mediche (a pagamento) effettuate a Villa Claudia dall’attuale sottosegretario Pierpaolo Sileri ha fatto centro. Il giornale diretto da Maurizio Belpietro è infatti oggi tornato sull’argomento con un esauriente servizio, che spiega la vicenda fin nei suoi più piccoli dettagli. A cominciare dalla smentita (che non smentisce) del noto esponente grillino. Sileri aveva infatti rintuzzato lo scoop parlando di «documenti vecchi e superati» e di «notizie false create ad arte da gruppi di potere». la solita gnagnera complottista tipica dei 5Stelle in difficoltà. Purtroppo per lui, il giornale oggi gli sventola sotto il naso una nota della Regione Lazio dell’8 sempre 2021, quindi tutt’altro che «vecchia» o «superata», che porta il caso delle visite private «direttamente sul tavolo dell’Ordine dei medici di Roma».

Sileri nel mirino de La Verità

Ma procediamo con ordine. Mercoledì scorso tanto la Verità quanto Repubblica rivelano i risultati di un’istruttoria della Direzione regionale Salute e Integrazione socio-sanitaria del Lazio. Carte che provano che Sileri, medico del Policlinico Tor Vergata dal 2018 in aspettativa parlamentare, tra il 20 marzo di quell’anno e il 25 gennaio 2019, aveva esercitato, «attività professionale, sia pure di natura occasionale, presso la casa di cura Nuova Villa Claudia». Con gli oneri, precisa l’istruttoria, «a carico del singolo utente e non a carico del Sistema sanitario regionale», con cui la clinica è convenzionata. È vero che ai medici in aspettativa la legge consente di effettuare visite, ma solo a particolari condizioni.

L’ombra del conflitto di interessi

Innanzitutto deve trattarsi di «prestazioni di alta qualificazione professionale». Il cui «continuo esercizio» serve ad evitare «la perdita della professionalità acquisita». E poi (seconda condizione) si deve trattare di servizi erogati «presso l’amministrazione di appartenenza». E, per di più, in maniera «saltuaria, gratuita e senza alcun onere per l’amministrazione». Fin qui la Regione Lazio. «In parole povere – commenta ora la Verità – Sileri, per non perdere la mano da chirurgo, era autorizzato a esercitare di tanto in tanto, senza percepire compensi». Purtroppo per lui, l’indagine svolta dalla Direzione regionale conclude in maniera a lui sfavorevole. Il sottosegretario ha sì lavorato occasionalmente, «ma – obietta la Verità – presso una struttura privata e facendosi anche pagare». Insomma, l’ennesimo grillino che predica bene ma razzola male.

 

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