G20, intesa sul clima. E c’è la global tax. Gasparri: finalmente si tassano le multinazionali
L’intesa finale sul clima al vertice del G20 di Roma prevede uno stanziamento di 100 miliardi per il clima ai Paesi a basso reddito e l’accordo sul limite della temperatura a 1,5° e non a 2. Ma solo entro il 2050. Inoltre la dichiarazione finale recepisce l’accordo sulla tassazione globale alle multinazionali. E l’impegno alla condivisione delle dosi di vaccini contro il Covid con i Paesi a basso reddito. I leader continueranno comunque i negoziati alla COP26, l’annuale conferenza sul clima organizzata dall’ONU iniziata a Glasgow, in Scozia.
Draghi: un summit di successo
“Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere il surriscaldamento sotto 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine. Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest’anno”. Lo detto il premier Mario Draghi, definendosi “orgoglioso” di quello che ha definito “un summit di successo“. Anche se “siamo solo all’inizio, ci sono molte crisi che richiedono un intervento”. “Manteniamo vivi i sogni” ha detto: “Questo vertice mi rende fiducioso sulla capacità che il G20 sembra aver trovato di fronte a sfide epocali”.
Draghi: dalla Cina mi attendevo un atteggiamento più rigido
Dalla Cina – ha aggiunto Draghi – mi attendevo un atteggiamento più rigido” e invece “il linguaggio è stato più verso il futuro”. E ha aggiunto che Cina e Russia “hanno accettato l’evidenza scientifica del numero 1,5 gradi” come limite massimo del surriscaldamento climatico.
La dichiarazione finale del G20 sottolinea inoltre che “l’accordo sulla tassazione internazionale è un traguardo storico attraverso il quale realizzeremo un più stabile ed equo sistema internazionale fiscale”.
Gasparri: positivo l’accordo sulla global tax
“Molto positivo l’accordo sulla global minimum tax al G20 – commenta Maurizio Gasparri – Sia pure con ritardo si tenta di tagliare le unghie ai vampiri dei grandi gruppi del web e non solo, che accumulano profitti utilizzando meccanismi di elusione e di furbizia fiscale in tutto il pianeta. Probabilmente si poteva e si doveva fare di più. Ma si tratta di un primo accordo che dovrà essere rapidamente attuato. Dobbiamo finirla con Amazon che non paga tasse e distrugge il commercio mondiale grazie a una concorrenza sleale con altri operatori del settore”.
Basta con la resa ai giganti della rete
“Dobbiamo smetterla – continua – con la resa ai giganti della rete, che si stanno peraltro mettendo in discussione per l’uso spregiudicato di algoritmi che alimentano un uso errato di strumenti fondamentali. Ci sono altri giganti che usano con furbizia meccanismi di elusione fiscale e che operano nel campo della chimica, della farmaceutica e di altri settori. Non si possono spremere i cittadini e le famiglie e lasciare impuniti questi colossi arroganti”.
“È un segno positivo – conclude Gasparri – quello che viene dal G20 ma c’è bisogno di un’azione immediata e coerente dei singoli Stati. Che possa andare anche oltre gli obiettivi indicati. Il 15% è troppo poco se si pensa che molte famiglie pagano il 40 e il 50% di tasse. In particolare quindi proporrò nel Parlamento italiano che gruppi come Amazon paghino almeno il 30% e non una percentuale così limitata”.
La lotta alla pandemia
I paesi del G20 scrivono infine a proposito della lotta alla pandemia: “Lavoreremo insieme per il riconoscimento dei vaccini per il Covid-19 ritenuti sicuri ed efficaci dall’Oms e per rafforzare la capacità dell’organizzazione riguardo all’approvazione dei vaccini”. Evidenziando “l’obiettivo di ampliare l’elenco dei vaccini autorizzati per l’uso di emergenza, continuando a tutelare la salute pubblica e garantendo la privacy e la protezione dei dati”.