Centrodestra, dopo Brunetta la sparata di Toti: “Non basta un vertice a tre. Ci sono anche io”
Non manca giorno che il centrodestra appena rinsaldato non trovi sul suo cammino consigli, critiche, suggerimenti su cosa fare da grande. Anche Giovani Toti infittisce la schiera in un’intervista sulla Stampa oggi in edicola. “Il centrodestra deve rimettersi giacca e cravatta e tornare a ragionare e proporre un programma credibile, di governo, per il 2023. Serve un tagliando forte, degli Stati generali: non basta un vertice a tre”. Secondo il governatore della Liguria e fondatore di Coraggio Italia, “il risultato delle amministrative è sintomo di un malessere più profondo”. Sposa la linea Berlusconi sulla necessità che “Draghi deve restare al governo, almeno fino a fine legislatura”, ma chiede chiarezza a Lega e FdI su vaccini e Green pass. Così sulla scia di Giorgetti, prima del voto amministreativo, e di Brunetta poi, arruva un altro scossone nel centrodestra, dal centrodestra.
Toti: “Centrodestra resta insieme con lo scotch”
Berlusconi nell’intervista al Corriere della Sera di domenica aveva smontato la narrazione che i media ufficiali hanno tutto l’interesse a veicolare: ossia di un centrodestra sull’orlo dell’implosione interna. Con la tentazione di portare Forza Italia nel “campo largo” dei centristi, separandolo da Salvini e Meloni. Berlusconi ha smentito tale possibilità, rispondendo in qualche modo ai ministri governisti capeggiati da Brunetta. Che su la Repubblica invitava Fi a isolare Salvini e Meloni. “Meloni non ha bisogno di garanti”, ha detto Berlusconi. “Salvini e la leader di FdI politici di grandi capacità”, ha detto il Cav. Soprattutto posizionando il centrodestra nel fronte alternativo ai progressisti. Toti la pensa diversamente. “Se il centrodestra resta insieme con lo scotch e mette la polvere sotto il tappeto – afferma alla Stampa- allora bisognerà fare ragionamenti diversi. Dobbiamo chiarire cosa vogliamo come coalizione, le nostre posizioni su alcuni temi decisivi, giocare un ruolo per la corsa al Quirinale e costruire una proposta coerente di governo per il 2023”.
Toti al centrodestra: “Non basta un vertice a tre”
In realtà Berlusconi ha chiarito molte di queste questioni che assillano il governatore della Liguria. Che sembra più allettato da prospettive centriste e preoccupato a rivendicare un ruolo. “Di vertici a tre possono farne quanti ne vogliono – prosegue Toti -. Ma credo serva un luogo un po’ più ampio di un consesso di leader e un tagliando più profondo. Ci vuole un’assemblea aperta agli amministratori, alle forze minori, ai sindaci, a un pezzo di società civile. Per chiarirsi su tante cose”.
E alla Stampa fa dichiarazioni che manderanno in sollucchero i centristi, affermando che “i temi su cui abbiamo sensibilità diverse sono tanti: sul Green pass, ad esempio, pensiamo che sia uno strumento fondamentale per non dover richiudere il Paese; o un’ingiusta vessazione sui cittadini, come pure qualche esponente politico ha detto? Dove ci confrontiamo su questi temi? Chiariamoci, anche per evitare il cicaleccio politico-mediatico su tentazioni neocentriste e coalizioni che si dividono”. Il cicaleccio va a nozze con questi mal di pancia, del resto.
Toti, bordata a Meloni e Salvini: “Basta idee stravaganti e identitarie”
Toti prosegue poi con la retorica sulla classe dirigente inappropriata: analisi sulla bocca di tutti i detrattori del centrodestra a trazione Meloni-Salvini e, in ultimo, avanzata dal ministro azzurro Brunetta. “La coalizione deve interrogarsi su questi temi: serve una classe dirigente credibile, di governo”. E se tutto ciò non fosse conciliabile con l’attuale composizione del centrodestra?, è la domanda che gli viene posta: Toti risponde: «Se si può fare in un’ottica bipolare, sono la persona più felice del mondo. Se però il centrodestra deve stare insieme con lo scotch, mettere la polvere sotto il tappeto per non vedere le divisioni, allora servirà fare ragionamenti diversi». Ragionamenti che il governatore della Liguria sembra stia già facendo: “Il centrodestra – dice Toti- deve “maturare, proporre candidati credibili, mediare, senza idee stravaganti o proposte identitarie”. Si dice pronto a votare Belusconi al Colle Il Capo dello Stato può venire dalla cultura di destra, ma della destra di don Sturzo, dei popolari tedeschi o di De Gaulle».