Covid, 3.235 contagi e 39 morti. L’Iss: «Nei soggetti sani l’efficacia dei vaccini non cala col tempo»
Sono 3.235 i nuovi contagi da Covid e 39 i morti registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Ieri i contagi erano stati 2.466 e i decessi 50. Risale il tasso di positività, che ieri si era praticamente dimezzato rispetto al giorno precedente, attestandosi allo 0,76%: oggi, invece, è all’1% su 301.733 tamponi processati, tra molecolari e antigenici. Intanto l’Istituto superiore di sanità rassicura sulla durata dell’efficacia dei vaccini a mRna nei soggetti sani: a 7 mesi dalla seconda dose, non si osserva alcuna riduzione significativa.
Continua a scendere il numero dei ricoverati
Sul fronte dei ricoveri anche oggi si registrano cali: le persone in ospedale con sintomi sono 2.872, a fronte delle 2.968 di ieri. Dunque, nei reparti ordinari Covid ci sono oggi 96 pazienti in meno. Sono 18, poi, i pazienti in meno nelle terapie intensive, dove attualmente sono occupati 415 posti letto, con 24 ingressi nelle ultime 24 ore. Gli attualmente positivi sono 88.247, vale a dire 2.052 in meno di ieri. I guariti da ieri sono stati 5.245, che portano il totale di quanti hanno superato la malattia a 4.469.937 da inizio pandemia. Le vittime totali arrivano invece a 131.157.
L’Iss: «L’efficacia dei vaccini non cala nei soggetti sani»
Per quanto riguarda i vaccini, poi, oggi l’Iss, sulla base del report periodico, ha rassicurato sul fatto che almeno nella popolazione generale «a 7 mesi dalla seconda dose» dei sieri a mRna «non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%». «Anche contro il ricovero e il decesso – ha sottolineato l’Iss – la protezione resta elevata (96% e 99%) a 6 mesi dalla seconda dose». I dati esaminati riguardano più di 29 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino a mRna, seguite fino al 29 agosto 2021. L’Iss ha valutato l’efficacia confrontando l’incidenza di infezioni (sintomatiche e asintomatiche), ricoveri e decessi a diversi intervalli di tempo dopo la seconda dose con quella osservata nei 14 giorni dopo la prima dose, considerato come periodo di controllo.
Per immunocompressi e fragili c’è una riduzione
Gli studi hanno invece fatto osservare «una riduzione di efficacia nel tempo per immunocompromessi e fragili». In particolare, «nelle persone immunocompromesse si osserva una riduzione dell’effetto protettivo verso l’infezione a partire da 28 giorni dopo la seconda dose». Ma «la stima, in questo caso – ha precisato l’Iss – presenta una variabilità elevata dovuta in parte al ridotto numero di soggetti inclusi in questo gruppo, ma anche connessa alla diversità delle patologie presenti in questa categoria». Quanto invece alle «persone con comorbidità, si osserva una riduzione della protezione dall’infezione, dal 75% di riduzione del rischio dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa 7 mesi». Infine «diminuisce leggermente, pur rimanendo sopra l’80%, l’efficacia contro l’infezione nelle persone sopra gli 80 anni e nei residenti delle Rsa».
L’impatto della variante Delta sull’efficacia dei vaccini
L’Iss inoltre si è concentrata sull’efficacia dei vaccini di fronte alla variante Delta, rispetto alla quale i sieri si dimostrano meno forti sul fronte della protezione dall’infezione (passa al 67,1% contro l’84,8% dell’Alfa), ma molti incisivi per quanto riguarda la protezione dai ricoveri (flette leggermente passando dal 91,7% contro 88,7%). «L’apparente riduzione di efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione – hanno però precisato gli esperti – potrebbe essere dovuta al tempo intercorso dalla vaccinazione e/o ad una diminuita efficacia contro la variante Delta. Potrebbero inoltre avere contribuito eventuali modifiche comportamentali, a seguito del rilassamento delle altre misure preventive (uso di mascherine, distanziamento fisico)».