«Credevo fosse antifascismo, invece è quota 100». Sedotto e abbandonato, Calenda non va al corteo Cgil
Se Massimo Troisi pensava «fosse amore» quando invece «era un calesse», Carlo Calenda era convinto «fosse antifascismo» mentre invece è «quota 100». Sedotto e abbandonato dalla Cgil, il leader di Azione ha preso cappello annunciando che diserterà l’odierna manifestazione «contro i fascismi» indetta da Maurizio Landini dopo l’aggressione di Forza Nuova al suo sindacato. Ad aprire gli occhi a Calenda, un manifesto della Fiom, la Federazione dei metalmeccanici, che apriva tutta una serie di rivendicazioni rispetto al cui merito l’ex ministro è in totale disaccordo.
Ma sui social prevalgono i critici di Calenda
«Avevamo dato la piena adesione a una manifestazione contro il vile assalto squadrista alla sede della Cgil nazionale – ha recriminato in un tweet -. Ma se diventa una manifestazione anche per la riduzione dell’età pensionabile e altre amenità allora noi non ci saremo. Occorre chiarire». Aspetta e spera. Anche perché, come informa il Giornale, almeno al momento, a prevalere sui social sono le opinioni degli utenti di sinistra. «Non sia mai essere a favore della pensione prima dei 67-70 anni», ironizza uno. Subito emulato da un altro utente: «Immagina i sindacati a braccetto con Azione e Forza Italia. Immagina che ci siano anche i lavoratori…». Pochissimi quelli che condividono e ritwittano il post di Calenda. In ogni caso, è difficile per non dire impossibile che possa ottenere l’invocato chiarimento.
Il solito genio incompreso
Del resto, che l’intento della Cgil fosse quello di recuperare un po’ del molto smalto perduto era intuibile. Soprattutto alla luce delle contestazioni che sul tema del Green pass stanno arrivando al sindacato da ampie quote del mondo del lavoro. Calenda non l’ha colto e ancora una volta, paradossalmente, si trova a recitare la parte del genio incompreso. Fa quasi a tenerezza. Alla mobilitazione antifascista aveva creduto davvero. Landini invece l’ha indetta per le ragioni di cui sopra, mentre Letta si accinge a strumentalizzarla come spot pro-Gualtieri in vista del ballottaggio di domani. Appunto, credeva fosse roba seria e invece è il solito “paccotto” preelettorale rifilato dalla sinistra agli italiani.