Crosetto, la campagna da incubo contro la Meloni è solo l’inizio: ora si scatenerà la magistratura…
Qualunque sia il responso delle urne di oggi, Crosetto ha un’idea chiara del punto in cui – a suo giudizio – il centrodestra in generale, e Fratelli d’Italia in particolare, dovranno ripartire. L’imprenditore torinese la spiega in una eloquente e ampia intervista rilasciata a La Verità: una riflessione acuta e profonda in cui Crosetto profila l’idea di un nuovo corso per Fratelli d’Italia, e non solo per fugare i dubbi e rispondere alle accuse di ambiguità strumentalmente rivoltegli in queste ultime settimane di campagna elettorale. Ma anche per evitare nuove insidie che potrebbero minare il cammino di una realtà partitica come quella di Fdi, in evoluzione progressiva e costante.
L’intervista di Crosetto a “La Verità”
E perché, come Crosetto ha rilevato anche pochi giorni fa in un’altra intervista – stavolta a la Repubblica –, il centrodestra deve crescere per non essere attaccabile. Questa è la missione di una coalizione che deve ritrovare le ragioni per presentarsi unito, con parole d’ordine, strategia e metodi comuni. E perché, aggiunge l’intervistato con un punta polemica, «il centrodestra, da troppo tempo, è un’espressione geografica. Ha perso sostanza politica dividendosi nella presenza al governo. Non ci si può riunire un mese prima delle elezioni per dare la sensazione di essere una coalizione»…
La campagna da incubo contro Meloni e Fdi
Dunque, oggi il fondatore di Fratelli d’Italia torna su analisi e rifondazione politica con un monito in mente: smontare con i fatti la narrazione degli avversari di non avere una classe dirigente all’altezza. Costruire nuovo corso per fugare le accuse di ambiguità e commistioni che mistificano la realtà di cui, rimarca inesorabilmente Crosetto su La Verità, «è evidente che non importa parlare». Perché – prosegue l’intervistato – interessa di più «un racconto della realtà che impedisca di parlare di altre cose». Per questo, incalza l’imprenditore, «non esiste più un arbitro. Un confronto tra le parti. Bensì un’unica voce portata avanti da tutti gli interlocutori. E questa è la negazione della ragione d’esistere di un talk»…
«Non importa la realtà: ma un racconto della realtà che impedisca di parlare di altre cose»
E allora, chiede La Verità a Crosetto, dissociarsi dal fascismo basta? «L’impressione è che l’«onda nera» resti l’eterno grimaldello contro la Meloni. Anche per questo, l’imprenditore che, ancora una volta, vuole precisare di parlare la libero cittadino e non in veste di esponente politico avendo lasciato quel mondo ormai 3 anni fa, puntualizza: «Esco da Giorgia Meloni e uso me stesso. Per il semplice fatto che ho fondato Fdi con lei. O che le sono amico, nonostante sia ormai fuori dalla politica, talvolta cercano di bollare anche me come fascista. Io, che sono stato e sono semmai un democristiano. Un cattolico liberale. Un garantista. È evidente che non importa la realtà: ma un racconto della realtà che impedisca di parlare di altre cose».
«Vogliono cucire addosso a Giorgia Meloni un vestito che le impedisca di parlare e crescere»
In che senso? «Fin quando la Meloni sarà costretta a difendersi dal vestito che vogliono cucirle addosso, non riuscirà a parlare delle questioni vere della politica. Ed è inquietante che questo esercizio sia diventato così quotidiano e violento nei confronti dell’unico partito d’opposizione». Così come inquietante la tempistica e il quadro politico di riferimento in cui l’attacco è stato azionato. «Fino a pochi mesi fa, a sinistra, – sottolinea infatti Crosetto – la Meloni veniva quasi celebrata. Quando era identificata come l’anti Salvini. Ma la parabola più significativa è quella di Silvio Berlusconi». Cioè? «Prima era un fascista. Poi un maniaco sessuale. Poi era in conflitto d’interessi. Quindi era un evasore. Un mafioso E adesso che serve, è un padre della patria»…
L’allarme di Crosetto: «Ora contro la Meloni si scatenerà la magistratura»…
Quindi, ipotizza l’intervistatore, la Meloni, stesso destino? «Per 44 anni è stata brava. Simpatica. La invitavano alle feste dell’Unità, era il volto buono del centrodestra. E ora, improvvisamente, è il male. Ma le dico di più. Lo schema è sempre lo stesso: prima inizia lo sputtanamento mediatico. Poi parte l’altro braccio armato della sinistra». Quale? «La magistratura»… E qui Crosetto apre a uno scenario giudiziario secondo lui più che possibile. E allora: ci dobbiamo aspettare un «capitolo 2» giudiziario? «Ma certamente. Magari terranno qualcuno sotto scacco per 8-10 anni e poi chiederanno scusa. Dopo avergli distrutto la vita e dopo aver danneggiato un partito». Un periodo ipotetico della possibilità, quello che Crosetto profila all’orizzonte, e a suo giudizio già in atto. «Si staranno organizzando, anche lì, con il taglia e cuci»…
E sulla Lamorgese e la strategia della tensione…
E la domanda de La Verità sorge spontanea: «È in atto la strategia della tensione? Vorrebbero delegittimare Fdi anche agevolando la violenza?». La replica: «Mi auguro di no. Perché sarebbe gravissimo. Ma quello che è accaduto con la sottovalutazione di Forza nuova. Con uno Stato che si piega ai facinorosi, è di una gravità istituzionale spaventosa. E non si può far finta che non sia successo nulla. Insomma, i casi sono due: o volevano che succedesse quello che è successo. O sono incapaci di gestire l’ordine pubblico». Ma allora, a giudizio di Crosetto, Luciana Lamorgese deve dimettersi? «Deve innanzitutto delle spiegazioni. Perché se al Viminale hanno paura delle reazioni di Giuliano Castellino, un personaggio da operetta, al punto da trattare con lui, cosa può succedere con mafia. ‘Ndrangheta. E camorra?»…