Direzione Pd, Letta accantona la “pratica Quirinale”: «Se ne parla dopo. Avanti con Draghi»
«Di Quirinale e di legge elettorale si parla dopo la legge di Bilancio. Ora parliamo di manovra finanziaria e di come alleggerire il carico fiscale sul lavoro». Davanti alla Direzione nazionale, la prima in presenza dopo la pandemia, Enrico Letta scandisce la road map del Pd. Si procede, dunque, nel «nome di Draghi». In realtà, si tratta di un percorso scontato dal momento che la partita del Quirinale si giocherà tra gennaio e febbraio. Ma c’è anche la paura di possibili franchi tiratori. Tanto più che il pranzo di ieri con Giuseppe Conte in un ristorante del centro di Roma gli ha regalato in proposito più dubbi che certezze. E certo non per parlare di sport. Infatti è lo stesso Letta a chiarire poco dopo che attardarsi ora sulla scelta del successore di Mattarella rischierebbe «per asciugare le energie».
Letta: «L’unità innanzitutto»
Lui invece vorrebbe moltiplicarle attraverso le Agorà, i forum di ascolto aperti a militanti e cittadini. Gli servono a dare una riverniciata movimentista ad un Pd ormai schiacciato sulla sua dimensione di partito del sistema. «Sulle Agorà dobbiamo impegnarci – esorta il segretario dem -. Sono uno strumento che se non l’avessimo fatto in questi mesi avremmo dovuto inventarcelo adesso. Lo strumento dell’allargamento, della partecipazione che dà a cittadini, elettori, militanti la possibilità scegliere le cose da fare. In campagna elettorale sono state straordinarie». Soprattutto, ha concluso, «è un modo per andare oltre e allargare la coalizione». Scontato anche il richiamo alla compattezza mentre si riferiva alle elezioni amministrative: «Abbiamo vinto perché siamo stati uniti».
I timori dem sulla sorte del ddl Zan
Prima del dibattito, sono intervenuti i capigruppo di Camera e Senato. Quest’ultimo era particolarmente atteso per via dei tormenti che in quel ramo del Parlamento sta vivendo il ddl Zan. I giornali oggi in edicola sono unanimi nel giudicare come una mezza marcia indietro l’apertura di Letta alle modifiche al testo. Finora, infatti, la sua linea era quella del “tirare dritto“. Una linea che nel suo intervento alla Direzione la capogruppo Simone Malpezzi ha illuminato in chiave tattica. «Ci ha aiutato ad uscire dalle secche di una commissione presieduta da chi voleva affossare la legge», si è giustificata. La Malpezzi, tuttavia, sa bene che la partita sul ddl Zan non è ancora chiusa. Da qui il suo appello a Lega e a FdI a ritirare la loro richiesta di “non passaggio agli articoli” che, ove approvato, rinvierebbe il testo in Commissione. «Ci auguriamo – ha detto – che l’appello del segretario Letta venga accolto».