L’Eurovision 2022 si terrà a Torino. Il ridicolo giubilo del M5S: «Merito di Chiara Appendino»

8 Ott 2021 16:12 - di Gigliola Bardi
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L’Eurovision 2022 si terrà a Torino. La città si è aggiudicata il festival della canzone europea tra 17 concorrenti, dopo che la vittoria dei Maneskin con Zitti e Buoni, lo scorso anno, ha portato di diritto la kermesse in Italia. L’annuncio è stato dato dalla Rai, che organizzerà l’evento insieme all’European Broadcasting Union. L’assegnazione dell’Eurovision a Torino ha suscitato grande giubilo nel M5s, che fino ai piano più alti l’ha salutata come un successo di Chiara Appendino. Dunque, bene, brava, bis per la sindaca uscente che non si è ricandidata e che non è riuscita a trainare la sua erede, Valentina Sganga, oltre un risicato 9%.

Torino si aggiudica l’Eurovision 2022

L’Italia ospiterà l’Eurovision Song Contest per la terza volta, dopo aver già organizzato l’evento a Napoli nel 1965 e a Roma nel 1991. La Grand Final dell’Eurovision Song Contest 2022 si svolgerà al PalaOlimpico, una delle arene indoor più grandi d’Italia, sabato 14 maggio con le Semifinali il 10 e 12 maggio. «Ad avere la meglio è stata Torino: è un grande traguardo, raggiunto grazie al lavoro e all’impegno di Chiara Appendino, che mesi fa ha candidato Torino come città ospitante dell’evento. Avanti così!», ha scritto su Facebook Luigi Di Maio.

Gli organizzatori dicono le cose come stanno

«Torino è la città ospitante perfetta per il 66° Eurovision Song Contest. Come abbiamo visto durante le Olimpiadi invernali del 2006, il PalaOlimpico supera tutti i requisiti necessari per mettere in scena un evento globale di questa portata e siamo rimasti molto colpiti dall’entusiasmo e dall’impegno della Città di Torino che accoglierà migliaia di appassionati il prossimo maggio», ha detto il supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest Martin Österdahl.

Lo schiaffo a Roma

Insomma, le strutture per ospitare l’Eurovision 2022 a Torino esistono da almeno un quindicennio e da prima ancora della fondazione del M5S. Di contro, un ragionamento si può fare su Roma, che nonostante il precedente del ’91 e le rassicurazioni di Virginia Raggi sul fatto che «Roma è la città perfetta per rilanciare la sfida», quest’anno è rimasta esclusa dalla competizione perché priva di strutture che rispondessero ai requisiti tecnici richiesti dal bando.

 

 

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