Fascismo? No, sarchiapone: le fole dei talk-show più esilaranti dello sketch di Walter Chiari (video)

27 Ott 2021 16:36 - di Marzio Dalla Casta
sarchiapone

E se fosse il sarchiapone la metafora più calzante per descrivere l’attuale e surreale dibattito sul fascismo? Sissignori, proprio l’indimenticabile sketch di Walter Chiari e Carlo Campanini che fece piegare in due dalla risate gli italiani ai tempi in cui la tv la si vedeva al bar o a casa del vicino, ma che ancora strappa un sorriso a chi lo ritrova su YouTube. Ricordate? In uno scompartimento ferroviario occupato da tre uomini e una donna, tra loro sconosciuti, nasce una vivace conversazione dopo che Campanini lancia un «ahi!» di dolore per aver ricevuto (così sostiene) un morso dal suo animaletto chiuso in una gabbia coperta da un panno e da lui sistemata sulla mensola dei bagagli. «È il sarchiapone», risponde con ostentata nonchalance alla domanda di quale bestia si trattasse. Seguono espressioni perplesse e sguardi spaesati degli altri passeggeri, ma lui insiste: «Voi tutti conoscerete senz’altro il sarchiapone».

L’indimenticabile gag con Carlo Campanini

E qui comincia il bello perché Chiari non solo annuisce convintamente, ma assicura anche di averne visto un esemplare. Mente, ovviamente. E mal gliene incoglie. Sì, perché incalzato da Campanini, s’inerpica in azzardate descrizioni su piumaggio, colori e abitudini dell’animale, ma sempre implacabilmente contraddetto dal suo interlocutore. Tranne quando ne sottolinea la pericolosità. La gabbietta è sempre lì, sotto il suo panno, e naturalmente è forte la curiosità di vederlo questo benedetto sarchiapone. Non da parte della signora, che infatti si allontana un po’ impaurita. Così l’altro passeggero. Ma ora che sono solo in due, di fronte all’insistenza di Chiari di sollevare il panno dalla gabbietta, Campanini confessa divertito che il sarchiapone non esiste. «È una mia trovata per restare da solo nello scompartimento e riposare», rivela prima di finire sotto una gragnuola di pugni. Fine dello sketch.

Oggi il sarchiapone lo fanno i conduttori

Ma non del sarchiapone, che da allora è la parola chiave per indicare argomenti, soggetti e oggetti più metafisici che reali. Più invisibile di un Ufo e più introvabile della Fenice del Metastasioche vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa»), il sarchiapone è infallibile nel far venire a galla millantatori e falsi esperti. Proprio come i nostri divi da talk-show che strologano di fascismo senza aver mai sfogliato sul tema un libro diverso dall’opuscoletto di propaganda in uso nelle sedi di partito. Già, ve li immaginate una Gruber, un Formigli o un Floris e – perché no? – una Concita De Gregorio, incalzati da un redivivo Carlo Campanini, spiegare la bestia fascista agli italiani senza farli scompisciare dalle risate, proprio come il Walter Chiari del sarchiapone? Provare per credere. 

 

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