Fedez contro la Valcepina che lo diffida. Ma lui insiste: se mi manda le letterine io divento una pazza…
C’era da aspettarselo. Figuriamoci se Fedez non si gettava a capofitto sul filmato di Fanpage che dimostrerebbe che una lobby nera a Milano condiziona Fratelli d’Italia. Nel filmato com’è noto compare con Carlo Fidanza anche la candidata Chiara Valcepina, rieletta al consiglio comunale di Milano con 900 voti di preferenza.
Nel filmato Valcepina fa un accenno di saluto romano chiamandolo “saluto Covid” e poi parla di un imprenditore che può trovarle preferenze presso un giro di escort. E dice che vorrebbe regalare campioncini di profumo a queste ragazze. Robetta. E per di più nessun reato. Valcepina parla di “macchina del fango” e Fedez ci sguazza dentro con molta goduria.
Racconta infatti in una lunga storia con pistolotto politico finale che Valcepina tramite i suoi avvocati lo ha diffidato a cancellare dalle sue storie Instagram i contenuti che la riguardano. E poi dopo avere sbagliato definendo Valcepina leghista mentre è di FdI, dopo averle attribuito frasi sui migranti che lei non ha detto, non risparmia il suo sermoncino: “Mica si offende se la chiamo fascista, no? Allora non frequenti i fascisti, allora non faccia il saluto romano. Oppure visto che è fascista non si offenda, ne sia orgogliosa, basta con questi fascisti che si offendono se li chiami fascisti”.
Poi annuncia che metterà nelle sue storie anche la parte del filmato in cui Valcepina parla delle escort e Jonghi Lavarini, il Barone nero su cui tutta l’inchiesta-fuffa è costruita, mima un rapporto orale. “Tutta pubblicità – osserva Fedez ridacchiando – le mie storie sono viste da migliaia di persone…”. Con commento minaccioso: “Voi se mi mandate queste letterine qui, non mi intimidite. Anzi mi gasate, io divento una pazza, una pazzerella…”.
La tecnica è sempre la stessa: Fedez si aggancia allo “scandalo” del momento per essere sotto i riflettori. Non gli basta mai. E così, da fan del ddl Zan a supporter di Formigli e Fanpage è un attimo. Una vita spesa tra selfie, sermoncini (sempre alla stessa parte, però) e canzonette.