Feltri infuriato: non firmo la dichiarazione di antifascismo, una “buffonata del signorino Sala”
Vittorio Feltri va subito all’attacco di Giuseppe Sala. Il sindaco di Milano vuole infatti chiedere al Consiglio comunale di sottoscrivere una dichiarazione di “antifascismo vero e militante”. Lo ha dichiarato a ridosso degli incidenti del 9 ottobre a Roma, conclusi con l’assalto alla sede della Cgil. Ora, il richiamo al concetto di antifascismo militante in nome del quale venivano ammazzati i ragazzi missini, risulta alquanto anacronistico e offensivo. Ma a parte questo, Sala intende dire che il voto popolare non basta a legittimare un’elezione al consiglio comunale?
Feltri: non firmerò nessuna dichiarazione di antifascismo
Una deriva pericolosa, dalla quale prende le mosse Vittorio Feltri per annunciare che lui non firmerà nessuna dichiarazione di antifascismo. E lo spiega oggi su Libero. “Una stupidaggine simile – scrive Feltri – non si era mai registrata in alcun municipio patrio. Evidentemente Sala dimentica che coloro incaricati di amministrare la città sono stati votati dagli elettori e soltanto ad essi devono rispondere”.
“Se lo scordi, il signorino Sala”
“Ma siamo impazziti? – prosegue Feltri – Tutta la mia lunga vita testimonia rigoroso rispetto della legge suprema della repubblica democratica, e secondo il primo cittadino, dovrei dire a lui ufficialmente di essere una persona perbene, per giunta priva di simpatie per l’infausto Ventennio dominato dal Duce. Se lo scordi, il signorino Sala”.
Feltri: un sindaco che ha metodi da despota
Io – annuncia “non firmerò mai una simile buffonata che mette in dubbio 78 anni della mia esistenza disciplinata, impeccabile. Se non è sufficiente la mia reputazione per contribuire a far crescere Milano, ci metto due minuti a mandare al diavolo un sindaco che combatte le dittature inesistenti con metodi da despota. Ma chi crede di essere, Hitler? Quando sarò seduto in Consiglio comunale e lui mi chiederà di siglare il fetente documento provvederò a dirgli in faccia le parole che fin qui ho vergato”.