Forza Italia, vince l’ala “sovranista”: è Paolo Barelli il nuovo capogruppo a Montecitorio
Paolo Barelli è il nuovo presidente dei deputati di Forza Italia, che lo hanno eletto per acclamazione dopo una discussione durata circa un’ora e mezza. Barelli succede a Roberto Occhiuto, che lascia l’incarico dopo essere stato eletto presidente della regione Calabria. Campione olimpico di nuoto, imprenditore e attuale presidente della Federazione italiana nuoto, Barelli è stato tre volte senatore prima di essere eletto deputato per il centrodestra in questa legislatura nel collegio di Terracina. La svolta, in una riunione che si preannunciava infuocatissima, subito dopo la lettura da parte del capogruppo uscente di una missiva di Silvio Berlusconi.
Berlusconi ai deputati: «Il successore di Occhiuto è Barelli»
«Caro Roberto – vi si legge -, dopo un’attenta valutazione designo come tuo successore l’onorevole Paolo Barelli». Fine della contesa. Sulla successione di Occhiuto, infatti, i deputati azzurri avevano affilato per tempo le armi. Due i blocchi: il primo, che vedeva sullo stesso fronte Antonio Tajani e l’ala più incline elle ragioni del centrodestra, a sostegno di Barelli e il secondo, più “ministeriale” a favore di Sestino Giacomoni. La designazione del Cavaliere ha riportato tutti alla calma. A cominciare proprio dallo stesso Giacomoni, che si ritirato in buon ordine.
I tre ministri pronti a sostenere Giacomoni, che si è ritirato
«La mia candidatura – ha precisato al momento del ritiro – non era per dividere ma per unire. Ma essendo arrivata la designazione del presidente, dobbiamo essere tutti uniti intorno a lui, che finalmente è tornato a Roma e sta lavorando per noi per rilanciare il centro destra e Forza Italia». Parole che hanno formalizzato il “cessato pericolo“. A far scattare l’allarme, infatti, era stata la sottoscrizione da parte un terzo dei deputati (26 su 77, tra cui i tre ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini) di votare a scrutinio segreto il nuovo capogruppo. Una richiesta rispettosa dello statuto, ma in aperta rottura con la ventennale tradizione del partito. L’endorsement epistolare di Berlusconi a favore di Barelli ha rimesso le cose a posto.