Furio Colombo: l’acchiappafantasmi del “Fatto”, per il quale i fascisti esistono e i comunisti no

25 Ott 2021 15:09 - di Marzio Dalla Casta
Furio Colombo

E dire che non ce n’eravamo neanche accorti. Un vero peccato. A saperlo avremmo organizzato qualcosa, tipo una parata militare in Via dell’Impero, un salto nel cerchio di fuoco, un assalto alla Rai per ri-battezzarla Eiar oppure, ricordando Fantozzi, un fine-settimana con incorporata la visione obbligatoria del film Scipione l’Africano per tutti i maschi italiani dai 3 ai 90 anni. Invece, complice un torpore diffuso e senza rimedio, la «fascistizzazione dell’Italia e dell’Europa» sta scivolando via nella generale indifferenza. Fortuna per la democrazia che non tutte le sentinelle dell’antifascismo dormono. Anzi c’è chi, come Furio Colombo, il pericolo nero lo annusa nell’aria manco fosse un tartufo.

Per Colombo è in atto la «fascistizzazione dell’Italia»

E con la sicumera di chi la sa lunga, dalle colonne del Fatto Quotidiano, ci comunica addirittura che «la fascistizzazione dell’Italia è cominciata da un pezzo». Caspiterina. E quando? Elementare, Watson: quando il presidente del Consiglio Berlusconi «si faceva un vanto di non aver mai partecipato ad una celebrazione del 25 Aprile». Erano i tempi in cui la Rai bandiva Bella Ciao dal concertone del Primo Maggio. «La fascistizzazione dell’Italia era già cominciata», sentenzia il Furio ora per allora. E noi che manco ce n’eravamo accorti. Apposta Furio Colombo salta alla giugulare del sistema, denunciando da par suo il «riguardo e la cautela che media e leader politici dell’Italia repubblicana hanno spesso riservato ai fascisti (…)». Applausi scroscianti a sinistra.

Tre indizi: Berlusconi, Ricolfi e Rachele Mussolini

Primo indizio, incalza, è il «vietato indignarsi» che ha accolto lo sproloquio di Enrico Michetti su Shoah, foibe, banche ed economia mondiale. Infatti contro l’improvvido candidato sindaco di Roma non si è indignato nessuno: lo hanno solo spellato vivo. Il secondo ha le sembianze di Luca Ricolfi. Non ha forse detto che «l’antifascismo è diventato una categoria vuota o tutt’al più pericolosa»? E si è pure preso la briga di spiegarlo: «vuota» perché i fascisti non ci sono più; «pericolosa» perché rischia di negare cittadinanza ad ogni manifestazione di pensiero diversa dall’ortodossia progressista. A occhio e croce sembrerebbe una cosa ragionevole. Ma non per Colombo, che non per niente si chiama Furio e furiosamente scarica sul piatto della bilancia il terzo e ultimo indizio della «fascistizzazione» in corso, quello decisivo: Rachele Mussolini che il 25 Aprile festeggia solo San Marco. Lo dice «da fascista doc e senza scandalo», sottolinea – per altro contraddicendosi – l’implacabile Acchiappafantasmi del Fatto.

Colombo “dimentica” Cina, Corea del Nord e Cuba

Già, come si è permessa di non gioire per evento da cui è dipesa l’uccisione del nonno Benito con annessa “macelleria messicana” di Piazzale Loreto? Davvero non c’è più religione. Ma sapete perché tutto questo è potuto accadere? Ve lo spiega Zio Furio: perché Berlusconi ha ripescato i comunisti. «Non esistono – assicura con non comune sprezzo del ridicolo – ma vanno benissimo nella parte del grande nemico». Sentito? Non esistono più. E i regimi di Cina, Corea del Nord, Cuba, Venezuela e tanti altri che cosa sono? Scommettiamo che alla fine della fiera sbaglia Luca Ricolfi a sostenere che il fascismo è sepolto mentre ci azzecca Furio Colombo se scrive che ad essere morto è il comunismo, sebbene la bandiera rossa sventoli ancora a Pechino, a Pyongyang e in tante altre parti del mondo? Ridicolo, Eppure così si leggeva ieri in un articolo del Fatto Quotidiano. Ma che vino bevono da quelle parti?

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