G20, clima: l’ombra del flop sulla Nuvola. India e Cina gelano l’ottimismo di Draghi: in vista un accordo al ribasso
Si addensa un cono d’ombra sulla Nuvola dell’Eur. A dispetto di strette di mano. Pacche sulle spalle. E pose sorridenti a favore di fotografi e e telecamere. Nonostante le esortazioni di Mario Draghi, che nel discorso d’apertura dei lavori ha invitato all’ottimismo e al multilateralismo, il summit tra i grandi della Terra volge al termine tra mille incognite. Le stesse con cui era partito… Certo, tutto fila liscio – per logistica e sul fronte della sicurezza – ma qualcosa si inceppa nel confronto tra i leader: il clima gela l’atmosfera del G20…
G20, nonostante l’ottimismo di Draghi il clima gela l’atmosfera del summit
Niente di inatteso, a dirla tutta. Che il tema ambientale sarebbe stato l’ostacolo più grande da superare era già scritto, con India e Cina che remano contro. Chiedono “tempi supplementari” per centrare l’obiettivo delle emissioni zero. Due giganti divisi su tutto, ma capaci di schierarsi sulla stessa trincea quando qualcuno li mette sulla nube tossica generata dai loro sistemi industriali. La prospettiva di mettere in discussione l’architrave di una struttura che sfama due miliardi e mezzo di individui, ma che ha anche la responsabilità di contribuire al 35% delle emissioni mondiali, non li induce alla ricerca di una soluzione o di un compromesso. Anzi, al contrario, rende India e Cina ami-nemici solidali e coriacei.
India e Cina, ami-nemici solidali: spostano deadline e tergiversano su impegni precisi
E allora, nonostante tutti considerino il clima una «minaccia esistenziale», le voci sulla bozza del documento finale lasciano poco spazio all’ottimismo evocato dal premier: la data del 2050 rischia di non figurare nel dossier. Sostituito da un inquietante e assai più generico riferimento alla «metà secolo» inserito nella nuova bozza è chiaramente una concessione alla Cina, decisa a spostare la linea del traguardo al 2060. E un’apertura di margine all’India, restia ad assumersi impegni precisi e a fissare deadline di qualsivoglia genere. Non solo: anche sulle azioni concrete da adottare per fermare il surriscaldamento del pianeta sotto 1,5 gradi ci sarebbe stallo. «Il confronto è serrato e la partita è ancora aperta», assicura chi è vicino al negoziato.
G20, clima: si va verso un accordo al ribasso
Fonti di Palazzo Chigi gettano acqua sul fuoco: «Le bozze finora trapelate sono versioni preliminari». Gli sherpa «sono al lavoro» e continueranno «per tutta la notte», sono i messaggi istituzionali che provano a tamponare e a rassicurare. E ancora: «Il lavoro degli sherpa proseguirà a lungo, come è normale che avvenga. Il drafting è un esercizio molto complesso e le bozze circolate – ribadiscono le stesse fonti – sono preliminari». Ma il rischio che da Roma non venga servito l’assist a Glasgow, dove lunedì si aprono i lavori del Cop26, c’è tutto. Anche se Draghi tenterà sino all’ultimo di portare a casa il risultato. Di tutto e forse anche di più, per alzare l’asticella dell’accordo. E dopo il G20, volare a Glasgow con il fatidico cambio di passo che in molti chiedono a gran voce.