Green pass, il M5S ci ripensa e sconfessa Conte: si allarga a macchia d’olio il fronte del no
Per il M5S non è più tempo di post come quello apparso sul Blog di Beppe Grillo nel 2010, dal titolo: “Di vaccino si può morire”. Ed è stato lo stesso leader del Movimento Giuseppe Conte, ospite a ‘Di Martedì’, a ribadire l’attuale linea del M5S: favorevole al vaccino anti-Covid e al Green Pass. L’ex premier in quella occasione aveva affermato che “in passato” qualche “dubbio sui vaccini” è stato espresso da persone. Che poi “hanno abbandonato il Movimento”. Oggi il cambio di scena: nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo sui luoghi di lavoro dal corpaccione parlamentare pentastellato trapela una certa insofferenza verso la misura. Mai del tutto amata dai grillini o almeno da una parte di loro.
Il M5S ci ripensa: si allarga il fronte del no al Green pass
Si allarga il fronte del no alla certificazione verde. Dopo avere “criminalizzato” Giorgia Meloni, che da subito aveva visto lungo sulle contraddizioni di questo provvedimento, ora i grillini fanno l’ennesima giravolta. I pentiti del Green pass. Il deputato Gabriele Lorenzoni per esempio si iscrive senza remore al fronte del No: “Imporre un tampone ogni due giorni sul posto di lavoro a chi ha scelto liberamente di non vaccinarsi”, rimarcacon l’Adnkronos, “è discriminatorio; perché individua in una condizione personale (il fatto di non essere vaccinato) una nesso di causalità per cui viene considerato un potenziale infetto, senza nessuna base scientifica”.
Green pass, giravolta dei 5stelle
Anche in questo caso i social si confermano il perfetto terreno di coltura per i semi del dissenso. Basti pensare al post pubblicato su Facebook dalla deputata Carmen Di Lauro: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari…”: si tratta del celebre sermone antinazista del pastore luterano Martin Niemöller. Testo erroneamente attribuito a Bertolt Brecht. “A cosa mi riferivo con quella citazione? Non al Green Pass nello specifico. E’ un riferimento all’odio e alla violenza crescente”, risponde la parlamentare campana all’Adnkronos. Certamente, prosegue, “non mi entusiasma quello che il Green Pass sta creando nel Paese. Ma aspetto di fare i dovuti approfondimenti anche con il lato governativo e tra di noi, come gruppo M5S”.
Il governo ha un problema
Sulla sua pagina la senatrice Laura Mantovani pone il seguente quesito: “E se il virus non ci fosse più? Il Green Pass lo teniamo lo stesso?“. E incassa, tra gli altri, il ‘mi piace’ del collega Mauro Coltorti, presidente della Commissione Trasporti e Infrastrutture di Palazzo Madama; anch’egli critico verso il certificato verde. “Sono molto solidale con la senatrice Mantovani. Noi adesso siamo a un numero di decessi molto basso. E diversi esperti sostengono che la causa di molti decessi è stata fraintesa”. Prego? “L’infettivologo Bassetti l’anno scorso rivelò che c’erano incongruenze sull’attribuzione delle morti al Covid”: cosa che, sostiene Coltorti, “è molto probabile avvenga anche ora”. “Il numero di decessi riguarda persone che nella maggior parte dei casi avevano più di una patologia, anziani in condizioni critiche di salute. Non vorrei che” il numero di morti per Covid “fosse esagerato”. Ma lei è vaccinato? “Anche in altre occasioni mi è stato chiesto e non lo dico. Queste sono scelte personali”, taglia corto il senatore 5 Stelle.
M5S: I pentiti del Green pass
I pentiti aumentano. “La percezione di una costrizione burocratica purtroppo supera lo scopo nobile e giusto del Green Pass”: è l’opinione espressa all’Adnkronos del deputato Giovanni Currò. L’obbligo della carta verde “esacerba il clima”, lancia l’allarme su Facebook Davide Zanichelli. Per il collega Alberto Zolezzi il Green Pass sul lavoro “va valutato con grande attenzione: l’aspetto squisitamente sanitario non è pertinente con questo provvedimento. Lo stesso Istituto superiore di sanità – spiega – ha mostrato che la campagna vaccinale è stata efficace e che la situazione è migliorata. Ci sono state migliaia di persone nelle piazze, anche persone che non si possono definire ignoranti, che ci hanno chiesto un’attenzione maggiore”.
FdI aveva ragione su tutto
Morale della favola, aveva ragione FdI su tutta la linea. L’unica forza di opposizione rimasta inascoltata. E del resto il pentimento viaggerà sugli emendamenti annunciati da un gruppo di senatori pentastellati, tra cui Danilo Toninelli. “In Commissione al Senato stiamo presentando gli emendamenti M5S per la riduzione del costo dei tamponi e per alcune possibili rimodulazioni dell’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro”, scrivono i ‘portavoce’ in una nota.