La sfida di Conte sul “cashback”: «Va reintrodotto». Ma fu proprio Draghi a cancellarlo
Una bandierina pure per lui e per i 5Stelle. Senza alcuna pretesa di vederla sventolare sulla manovra finanziaria del prossimo anno. Ma con la remota speranza di un effetto placebo sprigionato sul malmesso elettorato grillino. Subita la riduzione del superbonus, che fa il paio con le correzioni al reddito di cittadinanza, a Giuseppe Conte non restava che appigliarsi alla re-introduzione del cashback, misura da lui introdotta e poi cancellata da Draghi in uno dei primi Consigli dei ministri da presieduti dall’ex-banchiere. Per la verità, a bocciare la misura fu anche la Corte dei Conti. Ma Conte non demorde: «È tempo di darsi da fare», dice.
Conte: «Non sventoliamo bandierine»
Ma è il primo a sapere che al suo annuncio sul cashback non seguiranno fatti. Infatti, è lui stesso ad usare la parola «bandierina» riferendosi a Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria che aveva diffidato i partiti dal piantarne. «Sono d’accordo con lui – scrive Giuseppi su Fb -. Il M5S è già da tempo concentrato su strumenti che consentano al Paese di ripartire». Un post, il suo, che sembra un comizio messo nero su bianco.
Lo studio del Politecnico di Milano
L’ex-premier passa in rassegna le proposte dei 5Stelle, in cui ha inserito (abusivamente) anche il taglio delle tasse e la necessità di scongiurare il ritorno alla legge Fornero sulle pensioni, e ne celebra gli effetti miracolosi. Passi pure per il Superbonus, ma non certo per il Reddito di cittadinanza, definito come «un sostegno irrinunciabile per cittadini che vogliono formarsi e tornare sul mercato del lavoro, famiglie in difficoltà, lavoratori sottopagati, soggetti fragili». E di meraviglia in meraviglia, Conte arriva anche al cashback da «riattivare». La definisce una misura «essenziale per contrastare l’evasione». A sostegno della sua tesi cita uno studio del Politecnico di Milano, che nei primi sei mesi dell’anno ha registrato un più 41 per cento di pagamenti digitali.