I due ex M5S barricati in Regione contro il Green Pass messi alla porta: chiedono asilo alla Svezia
Erano partiti lancia in resta, i battaglieri ex grillini Davide Barillari e Sara Cunial. I due, in prima linea contro il Green Pass, hanno dovuto sotterrare l’ascia di guerra. La loro postazione di combattimento, presidiata poche ore prima, era da igienizzare a causa di un dipendente della Regione risultato positivo al Covid. E così, il consigliere Davide Barillari, ex M5S passato al Gruppo Misto, e la collega, la deputata Sara Cunial – solidale con la protesta No vax –. Che avevano occupato l’ufficio di Barillari nella sede della Regione alla Pisana nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, sono stati messi alla porta. E costretti a mollare la presa: «Sanificazione straordinaria». Finisce così, ingloriosamente, il blitz tentato poche ore prima dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà del certificato verde sul posto di lavoro.
Gli ex grillini Barillari e Cunial barricati in Regione contro il Green Pass lasciano il presidio
Insomma, addio sogni di gloria. Quelli annunciati nella notte attraverso le immancabili testimonianze social, in cui i due “barricaderi” anti Green Pass illustravano le ragioni del loro blitz. Comunicazioni in stile bollettino di guerra, in cui Barillari e Cunial aggiornavano gli utenti sulla loro protesta. E confermavano di voler resistere. Resistere. E resistere. «Restiamo dentro. Lo facciamo per solidarietà con tutti quelli che non sono riusciti a entrare al lavoro. Rimaniamo a oltranza, finché la polizia non ci caccia», aveva fatto sapere convinto Barillari. Poi però, un po’ la fame: i viveri cominciavano a scarseggiare. E come riferisce il Corriere della sera sulla vicenda: «Gli occupanti rimasti a corto di viveri non avendo calcolato prima che, senza green pass, non li avrebbero lasciati entrare neppure al bar per rifornirsi di provviste». Un po’ la sanificazione incombente. Fatto sta che Barillari e Cunial, alla presenza del responsabile della sicurezza dell’ente, che ha accertato il mancato rispetto delle regole, hanno dovuto abbandonare il presidio.
Addio sogni di gloria: un po’ per la carenza di viveri, un po’ per la sanificazione dell’edificio
Così i due, che nonostante la veemenza della loro protesta, in un video girato all’interno assicuravano che non avrebbero opposto resistenza. Pur esitando. E contrariati e fermi nella loro convinzioni, hanno dovuto muoversi. Desistere. E lasciare i locali… Dunque, qualunque sia stata la ragione che li ha accompagnati all’uscita – la carenza di scorte di acqua e di cibo. O la sanificazione dell’edificio – i dissidenti del Green Pass, dopo quasi 13 ore di picchetto, alla fine hanno dovuto «capitolare». Salvo poi tornare sul pezzo questa mattina. Quando Barillari, partecipando al sit-in davanti alla sede del Consolato di Svezia, vicino a Villa Torlonia, in aperta polemica con le scelte di Palazzo Chigi ha postato su Twitter una sua foto. Che lo ritrae al fianco di altri manifestanti che sventolano cartelli con la scritta «rifugiato politico».
E ora i due chiedono asilo politico alla Svezia…
Barillari è tornato alla carica. «Ci hanno obbligati a uscire perché, guarda caso, hanno scovato proprio ieri un dipendente regionale positivo al Covid vaccinato e con Green Pass. E dovevano procedere a una sanificazione straordinaria e urgente», ha twittato a malincuore il consigliere. Nonostante la resa, però, l’ex grillino non si è dato per vinto. E insieme alla collega Sara Cunial, ha subito contrattaccato: «Abbiamo chiesto asilo politico all’ambasciata svedese e lo faremo anche a tutti gli altri Paesi che ancora possono dirsi democratici. In Italia non sono più riconosciuti i diritti fondamentali dell’uomo: il diritto alla salute. Al lavoro. Allo studio. Alla casa… Per questo chiediamo asilo come rifugiati. Qui non ci sentiamo più tutelati da uno Stato che si è dimostrato regime ostile ai cittadini e alla Costituzione». E infine: «Abbiamo anche chiesto un’interlocuzione diretta con l’ambasciatore per denunciare i crimini contro l’umanità che stanno avvenendo in Italia»…