Il film sul massacro del Circeo sarà vietato ai minori di 18 anni. L’ira del regista: “Una censura inquietante”
Vietato ai minori il film di Stefano Mordini, ‘La Scuola Cattolica’, tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati. La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura ieri ha deciso che la pellicola, che racconta il delitto del Circeo, sarà vietata ai minori di 18 anni. Ne danno notizia le società di produzione Warner Bros. e Picomedia.
“La scuola cattolica” e il film sul massacro del Circeo
“La censura viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro. Quella di una grave violenza perpetrata ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, un crimine che sconvolse l’intero Paese, ancora vivo nella coscienza collettiva: il delitto del Circeo. Un divieto, che viene imposto per un film che ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell’ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso solamente nel 1996, quando per la legge italiana la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona”, si legge nella nota dei produttori, che ricordano come il film, presentato fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia, “era stato classificato come vietato ai minori di 14 anni”.
Il parere della Commissione del ministero
Secondo la Commissione del Mic, “il film sul Circeo presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice” e per questo, a maggioranza, ritiene “che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto”. Una decisione “in netta contrapposizione con quanto affermato lo scorso aprile dal Ministro Franceschini – sottolinea la produzione – che, alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, commentò: ‘Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti’.
L’ira del regista Mordini
“Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano – commenta il regista Mordini – Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti”. “I miei assistiti sono, rispettivamente, sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa” dichiara l’avvocato Stefano Chiriatti, spiegando che nonostante il “loro evidente coinvolgimento”, hanno “apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto”.