La Cina minaccia Brescia: «Cancellate quella mostra». Ma per la sinistra italiana l’allarme è il fascismo…
La mostra è sgradita a Pechino e l’ambasciata cinese intima di cancellarla. Succede in Italia, a Brescia, dove è dal 13 novembre al 13 febbraio è in programma la rassegna “La Cina (non) è vicina”, che ospiterà le opere dell’artista dissidente Badiucao, da sempre in prima linea contro la violazione dei diritti umani da parte del regime comunista cinese e nei giorni scorsi arrivato a Brescia per presentare la rassegna. Il diktat di Pechino è stato rispedito al mittente da un’alleanza bipartisan che ha visto in prima linea il sindaco Pd, Emilio Del Bono, e il consigliere comunale di FdI, Giangiacomo Calovini, che ha chiesto al deputato del suo partito, Andrea Delmastro, di presentare un’interrogazione in commissione Esteri. Ma certo il caso resta come emblematico della protervia del regime comunista cinese, evidentemente convinto che sia lecito esercitare una censura anche al di fuori dei propri confini.
La Cina vuole imporre la censura al Comune di Brescia
«Le opere nella mostra sono piene di bugie anti-cinesi, distorcono i fatti, diffondono false informazioni, fuorviano la comprensione del popolo italiano e feriscono gravemente i sentimenti del popolo cinese mettendo in pericolo le relazioni amichevoli tra Cina e Italia», si legge nella lettera dell’ambasciata cinese in Italia, della quale ha dato conto Il Foglio. «L’ambasciata esprime forte insoddisfazione per l’organizzazione della mostra menzionata e chiede al Comune di agire rapidamente per cancellare le attività sopraccitate», si legge ancora nella lettera che “invita” la città di Brescia a concentrarsi piuttosto «sulla situazione complessiva» e a fornire «”energia positiva” per la promozione delle relazioni Cina- Italia».
Un tentativo di censura senza precedenti
Contattato da Il Foglio, Del Bono ha chiarito che la mostra non ha alcun intento di «mettere in cattiva luce la Cina o il popolo cinese» e che è dedicata «all’arte contemporanea nella sua correlazione con la libertà di espressione». Si svolge, inoltre, nell’ambito del Festival della Pace, che è giunto alla quarta edizione e che da sempre ha puntato i riflettori «sul tema del dissenso in Paesi in cambiamento e in trasformazione». Lo scorso anno, per esempio, fu la volta della Turchia, con l’artista Zehra Dogan. Brescia, ha quindi sottolineato il primo cittadino, «sin dagli anni Settanta ha sempre ospitato artisti del dissenso, polacchi, russi, ungheresi, e ovviamente oggi apre anche finestre su altre parti del mondo», senza che mai prima d’ora si vedesse sottoposta a un tentativo di censura.
La Cina sfida le democrazie occidentali, ma in Italia il problema è il fascismo…
Per Del Bono, che ha difeso la libertà di esprimere un «nostro giudizio sui sistemi politici, sui regimi», senza che questo metta in discussione l’amicizia tra i popoli, è comunque evidente che «la Cina sta anche sfidando le democrazie occidentali, e forse questo sarà il vero tema del Ventunesimo secolo». In Italia, però, stando a quanto accaduto nelle ultime settimane sembra che per la sinistra sia più d’attualità l’allarme su un fascismo finito ormai quasi 80 anni fa, che su un comunismo vivo, vegeto e attivissimo nel mondo e che cerca di imporre i propri modi dittatoriali anche da noi. Con buona pace di personaggi come Gianrico Carofiglio, in forze alla commissione di “saggi” del Pd, secondo il quale sarebbe possibile un «comunismo democratico».