L’imbarazzo del Pd a votare la condanna del comunismo: per loro le dittature non sono tutte uguali…

9 Ott 2021 17:38 - di Redazione
comunismo Pd
Sul tema fascismo Giorgia Meloni non si fa zittire. E ribatte colpo su colpo. Ricordando che il Pd è l’unico partito che nel settembre 2019 ha avuto problemi a votare al Parlamento europeo a favore della mozione che condanna tutti i totalitarismi del ‘900. Forse – si chiede – c’era un imbarazzo a condannare Stalin e la dittatura sovietica? Be’ – conclude Meloni – io da chi non ha fatto i conti con il proprio passato non mi faccio fare la morale.

La mozione del Parlamento europeo contro i totalitarismi

“La verità – scrive su Facebook la leader di FdI – è che quando parla di fascismo, la sinistra intende tutto e il suo contrario, dal rischio di regime a chi manifesta contro il green pass. In pratica, sei fascista semplicemente perché non sei uno di loro. Troppo comodo.
Se ne facciano una ragione: io questa sinistra la combatto. Sono orgogliosamente alternativa a loro”.

Il Pd e la sinistra non riescono a condannare il comunismo

La mozione cui Giorgia Meloni fa riferimento tra i vari punti, nel condannare i regimi totalitari e autoritari (e quindi stalinismo, Terzo Reich e dittature fasciste su tutti)  impegnava gli Stati membri a una memoria condivisa, alla salvaguardia dei diritti umani e al contrasto di negazionismi e formazione neofasciste, neonaziste o che esaltano i totalitarismi. I parlamentari europei del centrodestra e di FdI non hanno avuto problemi a votarla. Quelli del Pd sì. La giustificazione: non si potevano equiparare comunismo e fascismo. Meloni centra dunque il problema: la sinistra resta profondamente affezionata a un comunismo che si guarda bene dal rinnegare.

Gli eurodeputati Majorino e Smeriglio si dissociarono

La prova? L’eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino sulla sua pagina Fb così giustificava il suo voto di astensione sulla mozione. “Il comunismo è stato tante cose. È stato ansia di libertà, lotte operaie e drammatiche tragedie. Stalinismo e movimenti per l’emancipazione degli sfruttati. È stato il contributo determinante alla liberazione dal nazifascismo e repressione violenta”. Non si può semplificare, quindi non se la sentiva di condannare…

L’allarme dell’Anpi: non si possono equiparare comunismo e nazismo

Anche Massimiliano Smeriglio, sulla sua pagina Fb, spiegava di non essersela sentire di votare una mozione “pasticciata”. “Non l’ho votata – scriveva Smeriglio –  perché non si costringe la storia dentro uno schema parlamentare al solo scopo di tirarla da tutte le parti per poi finire in uno strano ecumenismo dove tutto diventa simile”. La storia è complessa solo quando si parla di comunismo, dunque. Invece il fascismo si può ben comprimere dentro lo schema del “male assoluto”… Per Nicola Fratoianni, addirittura, alla base di quella mozione c’erano “ignoranza e malafede”. E l’Anpi non mancò di dirsi allarmata per un documento che avrebbe sdoganato le pulsioni nazifasciste… Ecco, a sinistra, c’è questo pudore a prendere le distanze dal comunismo, salvo poi ergersi a feroci censori dell’avversario politico di turno.

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