Meloni: «Io fieramente di destra. Il fascismo? Ne sono distante, per la sinistra è la coperta di Linus»
«Il fascismo per la sinistra è la coperta di Linus, l’onda nera compare ogni volta che si presentano le liste elettorale». Ospite di Fuori dal coro su Rete 4, Giorgia Meloni ha affrontato il tema della grancassa antifascista suonata dalla sinistra in questi giorni. Chiarendo che delle continue richieste di prese di distanza, abiure e condanna di «cose che non mi riguardano» è «veramente stufa». «Stavo in An quando Fini ha fatto Fiuggi e il “male assoluto” e tutto il resto. FdI è stata fatta per andare oltre An, non per tornare al Msi», ha ricordato la leader del partito, chiarendo che «io sono fieramente di destra, anche se sono distante dal regime fascista. Sono di una destra liberale, cristiana, identitaria e patriottica».
Meloni: «Il Pd ci vuole sciogliere con metodi da regime»
Meloni, quindi, ha ribadito che «non mi faccio fare l’esame del sangue da gente che non ha l’autorità morale per farla». «Il Pd ci vuole sciogliere con metodi da regime. Se ci riescono, ci devono battere alle urne», ha avvertito la leader della destra italiana, spiegando che le parole del vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano, sul fatto che FdI si porrebbe fuori «dall’arco democratico e repubblicano», significano «tecnicamente che FdI è forza eversiva. E una forza eversiva può essere sciolta dal governo».
La «matrice» degli incidenti? A Milano e Torino c’erano i centri sociali
«Io devo condannare cose che non ci riguardano, invece. Veramente mi sono stufata», ha detto Meloni con riferimento a Forza Nuova. La leader di FdI ha quindi riportato alla verità dei fatti le sue parole sulla “matrice” degli incidenti di sabato, pure piegate strumentalmente alla narrazione della sinistra. «Ho parlato di matrice fascista e antifascista, perché – ha ricordato Meloni – ci sono stati dodici arrestati di estrema destra a Roma e circa 30 denunciati dei centri sociali a Milano e quattro a Torino».
Per il Green pass la gente «si arrabbia senza essere fascista»
Rispetto alle manifestazioni di sabato, quindi, Meloni si è voluta soffermare sul merito della protesta, che ha portato in piazza migliaia di persone che nulla avevano a che fare con gli autori delle violenze. «L’Italia è Repubblica fondata sul lavoro, è la Costituzione. Ora dire che la gente non può lavorare o deve avere diminuito lo stipendio perché non ha un lasciapassare del governo è una cosa enorme». «Il minimo che devi fare è tamponi a 72 ore, gratuito, piuttosto che l’obbligo malcelato» del vaccino «tramite il Green pass». «Poi è chiaro – ha sottolineato – che la gente si arrabbia e si arrabbia senza essere fascista».
In FdI «nessuna ambiguità» verso fascismo e violenza
«Ho sempre condannato la violenza, senza nessuna ambiguità. Come non c’è nessuna ambiguità di Fratelli d’Italia sui rapporti con il fascismo o con le organizzazioni di estrema destra, rapporti che non esistono dalle nostre parti. L’ambiguità ce l’hanno altri, che stanno utilizzando quello che è accaduto sabato per aggredire qualcun altro, come dimostrano le parole di Provenzano». «Non ho alcun problema, io con quella gente lì non ho nulla a cui spartire. FdI – ha ribadito Meloni – non ha rapporti con questa gente».
«FdI esiste per difendere il prodotto italiano, la nostra identità»
Meloni ha quindi ricordato che «Fitto, Gardini, Malan, vengono da centrodestra liberale, hanno trovato in FdI la loro casa, noi siamo un partito patriottico, esistiamo per difendere il prodotto italiano, la nostra identità». «Mentre noi parliamo di cosa è successo nel ’44, qua si stanno svendendo l’Italia ai tedeschi», ha detto, tornando a difendere Rachele Mussolini, a sua volta vittima di attacchi vergognosi e gratuiti.
«È una consigliera comunale uscente, una madre di famiglia, una bravissima ragazza, una professionista, che io non credo debba essere discriminata per il suo cognome, sa quali sono i valori di riferimento del suo partito, persone che hanno giurato sulla costituzione repubblicana». «E poi – ha aggiunto – Alessandra Mussolini invece va bene perché è a favore del ddl Zan? Finiamola con questa ipocrisia». Infine una battuta sull’inchiesta di Fanpage, che ha dato il via alla macchina del fango. «Curioso – ha sottolineato Meloni a Fuori dal Coro – che non seguano la valigia, che dimostrebbe l’illecito».