Meloni: «Vogliono sciogliere anche noi. Ma non ci faremo intimidire» (video)
Fratelli d’Italia non si farà intimidire «dalle minacce di scioglimento e dai continui tentativi di demonizzazione da parte della sinistra». Giorgia Meloni è intervenuta con un videomessaggio su Facebook in risposta alle parole del vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano, sul fatto che il partito sarebbe «fuori dall’arco democratico e repubblicano». Parole che portano con sé la logica conseguenza, come notato da più parti, di una richiesta di scioglimento di FdI. «Il Pd oggi ci ha detto chiaramente che in pratica bisogna sciogliere FdI», ha sottolineato Meloni in apertura del video, che si conclude con la rassicurazione sul fatto che «continueremo a batterci al fianco degli italiani, sempre a testa alta. E, come sempre, saranno i cittadini a giudicarci e a dirci se pensano che il pericolo per la democrazia siamo noi, o piuttosto altri».
Meloni alla sinistra: «Manifestate con noi contro ogni violenza»
Ripercorrendo quello che è successo sabato a Roma, Meloni ha ribadito la solidarietà alla Cgil, condannato ogni violenza e ribadito per l’ennesima volta la distanza propria e del partito da «fascisti, parafascisti, post fascisti, neo fascisti, criptofascisti». La leader di FdI, però, ha anche ricordato come disordini si siano verificati pure a Milano e Torino, per opera dei centri sociali e degli anarchici, che «la sinistra non è mai riuscita a condannare». «Ci aspettiamo – ha quindi sottolineato la leader di FdI – che la sinistra accolga la nostra proposta di una manifestazione comune, magari non nei giorni di silenzio elettorale, contro ogni violenza e una mozione comune contro tutte le organizzazioni che compiono violenze e devastazioni».
Il ruolo del Viminale nei fatti di sabato
«Se non lo fa significa che non le interessa combattere la violenza, ma usare questi episodi per tornaconti personali», ha quindi avvertito Meloni, soffermandosi poi sulla totale impreparazione del Viminale rispetto quello che è successo in piazza sabato. «Le autorità devono stare molto attente a non prestare il fianco al benché minimo sospetto che le piazze siano gestite per una qualche strategia politica», ha sottolineato Meloni, ricordando che «l’Italia c’è già passata in anni bui» e sottolineando che «in tutta questa vicenda una strategia sembra esserci», perché «i disordini sono stati utilissimi al governo e a demonizzare chi contesta il Green pass».
Una precisa strategia contro il primo partito italiano
Da un lato, infatti, ha constatato la leader di FdI si criminalizza la piazza, indicandola come fascista anche se i disordini sono provocati dagli «stalinisti dei centri sociali», dall’altro si criminalizza l’unica forza di opposizione parlamentare al governo, «guarda caso, quando diventa il primo partito d’Italia e rischia con tutto il centrodestra di vincere a Roma». L’obiettivo di questa strategia oggi è stato infine dichiarato apertamente dal vicesegretario Pd: «Sciogliere il primo partito italiano, magari col voto a maggioranza di Pd e M5S».
Meloni: «Il governo non si può contestare, come nei regimi»
Dunque, ha chiarito Meloni, «questo è il gioco: chi manifesta contro il governo è delinquente e fascista e l’unica forza parlamentare di opposizione al governo è fuori “dall’arco democratico e repubblicano”». Insomma, ha sintetizzato la leader di FdI, «il governo non può essere contestato né in piazza né in Parlamento, come nei regimi. E il segretario del Pd, Enrico Letta, ovviamente non prende le distanze dal suo vice con la stessa nettezza che chiede a noi ogni tre minuti. Perché loro possono, loro possono tutto».
L’invito a Mattarella e Draghi
«Io spero – ha quindi spiegato Meloni – che il presidente Mattarella e il premier Draghi, che chiunque abbia a cuore come noi la democrazia, prendano apertamente le distanze dalle pericolose parole del vicesegretario Pd, ribadendo che l’Italia non sarà mai il regime che vuole la sinistra. In ogni caso FdI non intende farsi intimidire. Continueremo a batterci al fianco degli italiani sempre a testa alta. E – ha concluso Meloni – saranno gli italiani a dire se pensano che pericolo per democrazia siamo noi o piuttosto altri».